Tommaso Sillani. — “ Lembi di patria „ (pagg. 75 a 80). Tutta l’esistenza di Trieste è l’espressione concreta d’una volontà marinaresca di rigoglio e d’espansione nel mondo. Nasce questa nel xm secolo quando, ripartite le galere superbe di Enrico Dandolo, la prima ribellione all’egemonia veneziana esplode, e conduce il Comune sotto la protezione dei Patriarchi Aquileiesi. Ma Venezia ritorna, assedia, affama, costruisce una rocca nell’alto : il dominio temporale dei Patriarchi decade. Ed ecco la ricerca di un protettore più potente, ecco — salvando le libertà municipali e il diritto di guerra e di pace — la dedizione a Leopoldo d’Austria che di tanti giorni tristi fu origine. Protettore costui ed i suoi successori ?... Dal 1382 al 1463 i Veneziani non cessarono d’avere, a quando a quando, la supremazia nei reggimenti cittadini. E nel 1463, allorché trassero un furibondo assalto contro i baluardi triestini non trovarono nessuna autorità e nessuna spada austriaca a difenderli. E trattarono coi vinti, soltanto attraverso la pietosa mediazione d’un Senese, Pio II, Pontefice ed umanista, già vescovo nel nome di San Giusto e di San Servolo. Profittò però del diritto obliquamente acquistato l’im-perador Federico cavalcando orgogliosamente attraverso la città nel 1470, e facendo più forte il burbero castello dei Veneziani. E la pace di Vormazia firmata mezzo secolo dopo, finì col togliere alla maldestra rivale della Serenissima ogni diritto sul mare, lasciando a Venezia quel completo dominio dell’Adriatico da essa tanto paventato per gli altri, agognato fino allo spasimo per se stessa- Questo fu il guadagno che Trieste s’ebbe dalla protezione dell’Austria : commerci annientati, aspirazioni soffocate, supremazia piena concessa ad una rivale: nelle sue faccende, volontà sprezzanti di stranieri. Per più di