che si vide in Egli sa tutto. Anzi tanta è la somiglianza di questi due racconti che l’uno deve essere considerato base dell’altro, una semplice parte dell’altro, più ampia e più sviluppata. In questa emergono di più, perchè più sviluppati, il Iato buono del cuore di Vucko, il procedimento pedagogico della morale incarnata in padron-Jova ed il concetto che con le buone si riesce a. fare tutto e che un trattamento poco umano' inasprisce gli animi. In generale siccome qui Vucko non è adombrato, compromesso dal titolo « Egli sa tutto », che per sillogistica necessità deve o dovrebbe concentrare tutto intorno' a lui cioè a Vidak, il carattere del ragazzo buono, ma focoso ej ricalcitrante, riesce più particolareggiato e più ricco' di fatti ed esempi. Qui Vucko- appare ancora più simpatico. Osservatelo quand’è in prigione e riceve le vergate : « Dai prima tentò di sottrarsi. Poscia si gettò a terra. Non si lasciò scappare nè una voce nè una lagrima. Quando si alzò, protese il pugno verso l’impiegato che di dovere contava le vergate e gridò quanto più potè : « Me la pagherete tutti, tutti voialtri ! » La faccia gli era alterata ed aveva preso un aspetto bestiale. Io lo guardai allora. Non avevo paura di lui, ma mi sembrava che non mi sarei lagnato se egli mi avesse ucciso di botto » (t). Osservatelo quando rientra e trova sulla soglia di casa la madre piangente : <( Gli occhi gli sfolgoravano come a colui che per la prima volta sente il fuoco d’amore, e sulle labbra gli si vedeva dipinta una potente volontà, la risolutezza, la decisione... » (2). Quando, dopo essere scappato da casa per andare fra i briganti e vendicarsi del suo' « carnefice », viene ricondotto a casa, svenuto e quasi morto di freddo e di fame, egli non ha più coraggio di guardare in faccia la sua buona mamma, ma se ella si volge, egli la segue con tanto d’occhi e noni li stacca più da lei, e la sera, quando si corica, guarda dal di sotto della coperta quella « povera infelice » e si strugge (1) Vucko, in « Srpska Kniiievna Zadruga », pag. 199. (2) Vucko, ibid., pag. 200. * 95 *