Per poter restringere l’elasticità di siffatta misurazione, sarà bene fissare alcuni punti d'orientamento e d’informazione. In quel poco die dedicano al suo temperamento ed al suo carattere, i biografi del Lazarevic lo presentano come un fanciullo sensibile sì, ma vispo, sereno, inquieto, cattivello (1) oppure come uomo vivace, allegro-, piacevole, puro, onesto, altruista (2). Milan Savie confessa poi di avere trovato il Lazarevic tale quale se l’era raffigurato alla lettura dei suoi racconti (3) : vivace, pieno di spirito-, agile nel trattare, ricco di buon umore e di arguzie (4). Invece nella maschera di Janko egli apparirebbe un essere « appartato », una « personalità torbida, pallida » — per usare la classificazione dello Skerlic (5), — un vero egoista, di carattere labile (Svabica), ridicolo, triste e pensoso (Werther), abulico, fatalista (« Il vento »), poco destro e poco spigliato (Stojan-Ilinka). È. evidente quindi che tra la personalità umana di Lazar e quella artistica di Janko, Maricic, Stojan, passa pure della differenza. Ammesso pure che il Lazarevic abbia voluto « presentare se stesso » in uno dei suoi protagonisti, si potrebbe almeno supporre che egli abbia « presentato se stesso- un po’ peggio o un po’ meglio di quello che era in realtà ». Esclusa cioè una « rara sincerità e verità » di autopresentazione, si potrebbe ammettere che egli abbia un pò-’ riformato, ritoccato se stesso e non abbia osservata quella fedeltà di riproduzione che gli si vuole appiopp are. È il carattere di tutte le autobiografie che suggerisce quest’ipotesi, perchè esse har.no il difetta di esagerare certi lati e nascondere altri. Di solito esagerano — è proprio modestia? — difetti ed errori facil- (1) Lj. /ovanovic, op. cit., pag. Ili e IV. (2) D. A. ZiVALjEvié, op. cit., 439 s. (3) Dunque egli ha ritratto da questa lettura impressioni ben differenti da quella dello Skerlic. E la fonte di giudizio è la medesima. (4) M. Savic, Iz srpske knjiievnosti, Novi Sad, pag. 185 s. (5) J. Skerlic, op. cit., 44 e 45. * .108 *