(il cane) è cattivo. La mamma batte Amina. Planinka è obbediente. E come! Planinka è un buon bambino...», (i) Anche se il Lazarevic si è lasciato sfuggire qualche piccolo errore di grammatica (svoj per njegov e viceversa, il gerundivo per il femminile maj\a iskasljav se ecc.), qualche incertezza ortografica (2) o singole incocrenze nell’uso dei dialetti ekavi e jekavi (3), ma specialmente nel jekavo' (in « La icona della scuola )>), in complesso curò molto la scelta delle parole, tenendo presente la materia ed il significato loro, in altri termini, l’anima ed il corpo loro : come aveva fatto dei suoi personaggi. Tutti i ritocchi e le modificazioni che egli fece alle sue opere o ultimate in bella copia o già una volta stampate, sono in gran parte di carattere lessicale. Collazionandb, per esempio, la « Icona della scuola » di spesso ci si imbatte in « narodnje, crkvemk, krstajemih, aps, prediku, bljuje, bljuvanje, sirotno-me, rnehana » ecc. (4) che diventano poi « narodno, crkvenjak, krstenih, zatvor, propovjed, povraca, muka, siromasnome, krc-ma » ecc. (5) E tanto* egli gode della forza espressiva di certe parole e soffre per la poca efficenza di altre che si sente tentato di andare oltre l’astrattezza verbale dei singoli concetti e risvegliare nuovi fantasmi nel mondo delle sue raffigurazioni poetiche. Specialmente quando s’accorge che la plasticità delle idee si perde in una visione concreta troppo materiale, egli si esprime per via di simboli adeguati che rasentano talmente il linguaggio' figurativo da sembrate « strani » (6). È così che specialmente in « Il vento » a cui l’autore infuse tanta forza d’estrinsecazione, si trovano siffatti preziosismi : « Il mìo cuore ferito cominciò a vacillare ed infine tentò di appoggiarsi alla lingua . . . Schiaccio il mio cuore come un chapeau claque . . . (1) Baba-Vujka, ibid., pag. 230. (2) Lj. Jovanovic, op. cit., II, pag. XIV s. (3) N. b. i racconti del Lazarevic sono scritti in dialetto v ekavo », soltanto la « Iconadella scuola » è stata scritta in « jekavo » forse per riguardo della rivista che la doveva ospitare, lo « Slovinac » di Ragusa, e forse per un senso di riavvicinamento fraterno fra Serbi e Croati. (4) Slovinac, Ragusa 1880, pag. 82-83. (5) L. K. Lazarevic, Sest pripovedaka, Belgrado, 1896, pag. 26-28. (6) J. Skerlic, op. cit., 75. * 142 *