e sentimentale che non lo voglia apparire in certi momenti d’affettazione. Anzi in questo suo soverchia conservativismo sta la tragedia dell’animo e dell’amore suo che, per non fare cosa sgradita alla madre, all’amico, ai parenti serbi, ai loro ideali patriottici, non ha il coraggio di sposare una pura, bella e innamoratissima fanciulla tedesca, che egli pure ama svisceratamente, e sacrifica per rispetto umano tutto un sogno di felicità. « Che direbbero i miei, mia madre, i miei amici, il mio paese, se mi vedessero con una Tedesca? » (i). Ecco il leitmotiv che gli echeggia ripetutamente nel cuore e che rispecchia la causa e l’inutilità della lotta. Inutilità sì, ma inutilità che non esclude pfissione, amarezze, sbalordimenti, strazi e contorsioni. L’eroe della novella è sempre in effervescenza e, preso da due fuochi contrari, or propende per l'uno ed or subisce l'altro. In tanto cozzare di sentimenti contrari la coscienza perde il suo equilibrio e influisce sinistramente su gli atti spirituali. D'anno ne deriva al carattere dell’amante, alla sua morale, in genere al suo modo d’agire, onde su lui, involontario, si riversa da parte del lettore un senso di antipatia. E.gli che posa da uomo superiore, egli che ritiene indegno « giocare col cuore di una ragazza » (2) e sa di aver da fare con una buona « bambina » (3) olezzante di verginità e di n purezza », egli finisce coll’ingannarla apertamente (4), senza rimorso di coscienza e senza compassione per le sue lagrime. Nei momenti di dubbio pensa prima alla madre, poscia ai parenti ed infine a lei (5). Solo all’atto d’abbandonarla, cercando una via di scampo in ogni parola, declama : »< Per la tua felicità, per la tua pace, non per la mia » (6). (1) Svabica, ib. pagg. 4, 14, 37, 38, 62. (2) Svabica, ib. 3, 41. (3) Svabica, ib. 16, 24, 38. (4) Le insegna il serbo, la assiema che non gli importa della sua nazionalità perchè «tu sei mia, chiunque tu sia» ecc. Svabica, ib., 53, 54. 63- (s) Svabica, ib. 26, 62. (6) Svabica, ib. 63. * 21 *