co, commovente, indimenticabile. Janko era andato agli studi, l’aveva rivista solo un volta ancora, ma non aveva finito mai di sognare e pensare a lei. Maria, non avendo avuto sue notizie, aveva sposato Mladen. Janko rivedendo Maria, ch'era ormai la « donna di un altro », ne fu terribilmente scosso. Avrebbe voluto partire, fuggire all’istante, ma poi pensando ch’era sempre in tempo a farlo, si arrese al caso ed al cuore, chè non aveva la forza di strapparsi di là. E andò incontro a Miaria. La loro relazione aveva tutto l’aspetto d una vecchia amicizia, ma in fondo* ad essa c’era una fiamma pericolosa che nessuno di loro osava spegnere o attizzare. Passavano delle ore di voluta conversazione occasionale o di ostinato silenzio e poi, pur sfuggendosi leciproeamente, quasi per istinto, si ritrovavano l’uno appresso all’altra,. Ed erano contenti di aver trovato « quell’unico modo di vivere ». Janko però lottava disperatamente. Il sentimento dell’onore ed il rispetto della donna e della famiglia altrui da una parte, ed un amore cocente dall’altra parte, lo mettevano in una posizione penosissima. Non avendo ancora la forza di allontanarsi dall’oggetto del suo amore, cercava quelle scappatoie di cui ogni cuore assetato di passione ha sempre bisogno, ed or si sforzava d esser calmo pensando che alla fine non faceva niente di male, ed or si compiaceva del proprio martirio ed era soddisfatto d’aver trovato di che soffrire. Così ormai ingannava se stesso. Sì, ma i< il cuore è come un Indiano: ti delude sul più bello! » (1). E gli eventi maturarono! Janko aggredì un tenente perchè con irrisione gli aveva chiamata « Dulcinea » la sua M'aria. Ciò fu la goccia che fece traboccare il calice. Maria, non resistendo più alla propria passione e vinta dall’atteggiamento energico di Janko, una bella notte gli compare biancovestita in camera e gli chiede : « Perchè sei triste ? » Ed egli ? Preso alla sprovvista e privo di forze, si lascia sfuggire a fior di labbro un flebile (i) Verter, ibid., pag. 20. * 58 *