personaggio di « Padre e figli », ad Arcadio che abbandona la compagnia di negatori, di nichilisti, cui s’era affibbiato, e riprende la vita tradizionale del padre, del nonno, degli antenati nobili (I). Però ad onta di questi punti di riferimento un’ulteriore o particolare rassomiglianza fra Lazarevic e Turgenjev è stata poi esclusa. Il Bjelanovic prima (2) e lo Car (3) poscia e brevemente hanno messo in giusta luce i lati per; cui i surricordati scrittori differiscono l’uno dall’altro : dalle note personali all’ambiente sociale e naturale. L’autore che di sè lascia traccia nell’opera lazareviciana è, come si disse prima, Ivan Goncarov. Già la siua vita di pubblico- funzionario- e di scrittore privato, ad ore perse, il suo tradizionalismo- e l’attaccamento agli esseri patriarcali, il suo modo' di scrivere lento ed a tratti e la fusione che nei suoi romanzi fa di fattori esterni e della propria individualità, già tutto questo ce lo avvicina al Lazarevic. La comunione spirituale si fa più intensa nelle rispettive opere. Personaggi lazareviciani, gli autobiograficheg-gianti, prendono le mosse dai tipi scettici, sentimentali, apatici di « Una storia comune » e di « Oblomov » e li seguono nelle loro vicende e nei loro tormenti spirituali. Qui l’assimilazione è così bene compiuta che è difficile precisare dove sparisca l’ombra di Goncarov e dove incominci la personalità del Lazarevic (4). Che dire poi di Tolstoj che il Lazarevic conobbe negli ultimi anni di sua vita, accendendosi alla lettura di « Anna Karenina » « Guerra e pace » di un entusiasmo che si smorzò poi alla lettura della « Sonata a Kreuzer? ». Il Tolstoj cominciò ad allettare lo scrittore serbo' anzi tutto con la trattazione psicologica dei suoi personaggi ed il suo Ljovin suscitò la figura di Janko, ma il grande scrittore russo non riuscì a spingersi più avanti chè la morte del Lazarevic arrestò la sua avanzata vittoriosa. Tutta questa svariata infiltrazione straniera in Lazarevic (1) J. Skerlic, op cit., pag. 43. (2) S. Bjelanoviì, in Srpski List, Zara, 1887, n. 21. (3) M. Car, op. cit., 231, riprende le idee del Bjelanovié. (4) Cfr. quanto è stato detto a proposito di « Werther ». * 146 *