sempre simpatico, niente affatto ridicolo; l’idea di morte ini Janko appare già alla fine della prima parte e prima della lettura di Goethe è già espressa alcune volte; non sembra affetto da soverchio' patriottismo slavo chi crede ridicolo il levarsi il cappello' al passaggio della bandiera nazionale e considera una « sciocchezza » iscriversi alla massoneria, portare il berretto patriottico montenegrino, inginocchiarsi dinanzi al monumento degli eroi serbi caduti per la libertà della patria. Un tanto per la storia. * * * L’epoca in cui il Lazarevic componeva i suoi racconti, erano tempi calamitosi di dopo guerra. Alle delusioni politiche ed alla depressione morale che allora derivavano' dalla situazione generale (vedi le pagine dell’introduzione) si aggiungevano disagiatissime condizioni economiche. I numerosi mutilati, gli orfani e le vedove di guerra, privi di mezzi di sostentamento e di validi aiuti governativi, erano una viva piaga e colla loro tristezza rendevano ancor più tristi i tempi. Le infinite miserie della nazione e gl’infiniti dolori delle famiglie insinuavano nel popolo- un senso profondo di sconforto, di amarezza, di sfiducia nei destini della nazione, di avversione alle idee patriottiche delle vecchie generazioni (1). Il Lazarevic, che in aggiunta aveva visto direttamente tutti gli orrori della guerra nei suoi sanguinosi campi di battaglia e nei suoi infelici ed angusti ospedali, non la poteva pensare troppo diversamente. 1 roventi strali da lui scagliati contro certi patriottismi romantici in « Werther » ne sono già una prova. Ma se quando1 scriveva il « Werther », l’animo suo, amareggiato e irato, era propenso a satireggiare, non molto più tardi la visione cruenta delle sciagure nazionali lo accasciò sì vivamente da inculcargli un profondo e doloroso pessimismo : a lui che era così ottimista di natura! Frutto di (i) St. Stanojevic, op. cit. cap. 12 e 13. * 69 *