ed entro cui campeggia la sua creazione. « La prima volta col padre al mattutino » è un abbozzo fedele della vita e dell’ambiente mercantesco di Sabac, che nel cuore e nella mente di Laza ha lasciato tracce profondissime. Mitar è il tipo vivo, vivissimo dei piccoli despoti familiari turcheschi, di cui rigurgitava la Serbia del secolo passato ed i cui « poi-steri » non sono ancora spenti nella campagna e nelle borgate. £ una copia naturale di quegli uomini che « possono andare dove vogliono e fare ciò che vogliono senza che la moglie ardisca nemmeno capirlo... » (1). La moglie in sè incarna e realizza il sacrificio di tutte le povere donne serbe, che considerano il matrimonio come una specie di schiavitù e ripongono ogni gioia nella maternità (2). Il giocatore Zelenbac è il prototipo dei vecchi commercianti di Sabac : astuto, freddo, pieghevole, azzimato, ma goffo. E con tanta maestria il Lazarevié seppe realizzare la vera vita, sia dell’ambiente che dei personaggi, che appena pubblicato il suo racconto si pensò a delle rassomiglianze vicine e ci fu chi vi intravide il padre e la madre dello stesso autore. Fra questi la madre stessa di Laza restò convinta di ciò e protestò che il figlio avesse così deturpata la figura del padre (3). Ci volle del bello e del buono per persuaderla che si trattava di un« racconto ». Così pure ci volle la testi- (1) Cfr. T. R. Gjorgjevi<5, PoloSaj iene u naSem narodu, in « Srpski Knjiievni Glasnik », XXVII, 7, pag. 351, Belgrado, 1-VIII-1929. (2) Ecco come descrive un eccellente etnografo la situazione di siffatte donne : « Gli uomini di raro domandano loro se possono lavorare o meno, se sono sane o no, se hanno bisogno di qualche cosa o no — esse devono fare i loro lavori ad ogni costo. In casa gli uomini sono spesso come Turchi. Tacciono, sono senza parole amorose; esigono di essere accontentati in tutto, gridano, brontolano. Fuori di casa non hanno nessun controllo : vanno in caffè, giuocano, conducono seco suonatori per le borgate, spendono, vanno a zonzo ». T. R. GjoRGJEVié, op. cit., pag. 609. Come si vede, il Mitar del Lazarevié, che ad un Occidentale potrebbe sembrare un’esagerazione artificiale, alla fine è migliore di tanti altri Serbi. Comunque il suo tipo e carattere sono desunti cosi realisticamente che divennero classici nella letteratura serba e furono citati ad esempio anche in istudi etnografici, come nel surricordato, op. cit., pag. 609. (3) D. A. Zivaljevic, op. cit. pag. 441. * 35 *