pari fra tanto evoluzionismo e fra tanti progressi un tenace tradizionalismo non sembrerà più tanto fuori di posto. Così ai giorni delle grandi invenzioni e scoperte, in mezzo a ponderose rifoime sociali e rinnovamenti spirituali, disturbati dal fischio delle prime locomotive ed anneriti dal fumo delle prime macchine o sbalorditi dai miracoli di industrie e commerci, villaggi, borgate ed uomini serbi continueranno a restare attaccati alle loro vecchie abitudini ed istituzioni, ed in casa, in chiesa, in iscuola manterranno sacro lo spirito patriarcale dei tempi primitivi. Non per caso alla fine del secolo XIXo e nello stesso secolo XXo si troveranno usi e costumanze risalienti a remotissime epoche della storia umana (1). Di questi strani contrasti prove sufficenti ci offre quantitativamente e qualitativamente la relativa produzione letteraria. L’inizio degli anni settanta segnala ancora una pode-rcsa compagine iomant.ica e vede il trionfare dei grand; romantici, assecondati dalla fortuna dei minori: il 1871 è addirittura un anno Jovanoviciano; il 1873 è tutto' di JakSié e di Kostic. Non sia però scordato che Jovanovié e JakSic, grandi poeti romantici, non restano insensibili alle nuove aure. Egualmente pionieri e apostoli del realismo non riescono a sottrarsi decisamente al morbo sentimentale e presentano una discreta inverniciatura romantica. Verso gli anni ottanta la letteratura rallenta il suo corso e si trova ad un bivio, dai quale non sa muoversi decisamente. È la vecchia via del romanticismo che si esaurisce e la schiera dei realisti che tituba a tracciarsi un proprio cammino*. Verso il 1879, quando appare alla luce la prima novella di Lazar Lazarevié, i now vellieri serbi Gjuro Jakfiic e Stjepan Mitrov LjubiSa sono già morti, Jakov Ignjatovic si dà alla politica, Milovan Gli§ii si sta appena affermando, Janko Veselinovié e Simo Matavulj non dànno ancora segni di vita; il realismo trova ancora desto il sentimentalismo ed incespica nel tradizionalismo romantico. (i) Cfr. su ciò l’opera di T. R. Gjorgjevic, Nai narodni iivot, Belgrado, 1023, « Srpska Knjiievna Zadruga 11. * 14 *