canzone del gallo cke annunzia il nuovo giorno ai pacifici ed onesti mortali! (I) E nella scena finale, al pozzo, il ricordo delle campane del Signore quanta dolce sensazione fa provare a chi ammira quel monumento di amore evangelico! (2) Altrove una voce sola, un’osservazione sola bastano a illuminare tutto un quadro. Ecco il caso di Anoka che col proferire il solo nome di Petrija le comunica tutta la passione del suo ravvedimento’. Ecco più avanti Anoka ed il nonno all’atto della riconciliazione : « Tutti e due tacciono, non parlano niente, solamente il loro cuore parla, ed intanto il giorno s’avanza » (3). Trasportato dal fervore dell’ispirazione, l’autore stesso non sa frenare la propria voce e prorompe qua e là a suggellare la sua diretta compartecipazione. E quando ormai si spengano le luci del palcoscenico, su cui si svolse i! dramma, egli allarga il petto*, trae un sospiro di sollievo ed esclama solennemente : « Uomini I £ ben vero che anche il cielo alle volte sorride e si rallegra. Il mortale lo guarda, allarga le braccia, il sole gli infiamma il cuore e l'anima sua come un incenso invisibile s’eleva e si protende verso il cielo. P. cosi ! » (4) L’« Otadzbina » di Belgrado pubblicando nel 1881 « Al pozzo » si esprimeva, tra altro, così : « Non ci inganneremo, affermando che ¡1 Lazarevic diverrà il Turgenjev della novella serba » (5). * * * Nel 1881 il Lazarevic ottenne il posto di primario all o-spedale di Belgrado. 1 suoi rapporti col circondario e con la provincia vengono così interrotti e la sua attività viene tutta (1) Afa bunaru, ibid., pag. 180. (2) N-J bunaru, ibid., pag. 183. (3) Na bunaru, ibid., pag. 181. (4) ìV.ì bunaru, ¡bid.. pag. 183. (5) « Otadzbina », Belgrado, 1881, IV. 23, pag. 344. * 55 *