Nella seconda parte janko non è più lui : è eccessivamente tragico e comico in pari tempo. Da quando si è messo a leggere i « Dolori del giovine Werther » e nel giovine suicida ha ritrovato* se stesso, egli è un fantoccio in balìa del verterismo; una scìmmia tragica del destino- altrui, un uomo anormale attaccato dal sentimentalismo morboso sino alle midolla. Com’è ridicolo quel suo feticismo- per Werther, come è poco commovente la sua situazione di riflesso! Per quanto « romantico » egli sia stato già prima, qui è troppo « caricato », il trapasso è troppo acrobatico. Ma atto- di vera acrobazia è il suo* ravvedimento alla presenza di Mladen che demolisce Goethe, Werther, verterismo, verteristi tedeschi e serbi. Vedere così improvvisamente Janko liberato diall’idea di suicidio, pentito del proprio amore, « amico incondizionato » di Mladen, e sentirlo dare del « vitello al suo idolo' di ieri » e riprovare v gli amori sentimentali delle pance piene di birra », le « vomitature tedesche » (1), è una sorpresa dal cui stordimento non ti liberi, tanto meno, in quanto tutta quella staffilata goethiana non era necessaria, essendosi Janko già prima allontanato dal suo amore. E così Janko, senza meritarsela effettivamente, subisce tutta quella cruda, pasquinata! Maria, con la quale l’autore è stato più parco, « più economo » (2), ha pure le sue « nuance» » tra una parte e l’altra della novella. Nella prima appare circonfusa da luce sentimentale che la rende romantica, sognatrice, traditrice del proprio marito1 al punto da perdere ogni ritegno* femminile. Nella seconda è donna « comune » che passa con troppa indifferenza dall’amante al marito' e giudica con poco leale superiorità i propri falli, per cui riesce più simpatica quando è peccatrice di quando si fa la virtuosa. E un personaggio ancora risente della differenza delle due parti. Egli è il farmacista Katanic, intrigante, subdolo e antipatico prima, franco, amico prezioso ed uomo di cuore poscia. (1) Verter, ibid., pag. 62. (2) M. Savic, op. cit., pag. 4. * 63 *