Quando incomincia i suoi racconti, o entra subito in « medias res » o ad esse ti avvia in una rapida e succosa introduzione, con poche parole semplici, popolareggianti. Ecco il principio di « La icona della scuola » : « Il nostro villaggio aveva- una chiesa e la chiesa aveva il suo pope. J1 pope alla sua volta aveva la chiesa, il villaggio e la moglie. Cioè: ufficiava in chiesa, reggeva il villaggio e viveva con la moglie ». (i) Egualmente alla fine d«i racconti, sparato ch’ebbe l’ultimo colpo, non si dilunga più, non tergiversa inutilmente, fa calare presto il siparioi e s’allontana frettoloso dalla scena. Ecco la fine di : « La prima volta col padre al mattutino » : . L’opera di rifinitura e di lima per il Lazarevic non consiste in leccamenti rettorici, in aggiunte di minuzie, ma piuttosto in tagli, in omissioni, in semplificazione di tutto ciò che sembra superfluo ed arresta lo stile e ì’azione nel loro rigoglioso corso naturale. Controllando attentamente le sue primizie letterarie quali furono pubblicate originariamente nelle singole riviste e collazionandole poi nella loro prima raccolta edita a cura dello stesso autore, si vedrà che tutta l’opera di ritocco, di redazione fu spesa solamente per snellire ancor più il periodo, per sfrondarlo d’ogni inutile orpello. Si confronti, per esempio, la « Icona della scuola » pubblicata nello « Slovinac » di Ragusa (3) e (1) Skolska ikona, ibid., pag. 90 (2) Prvi put s ocem na jutrenje, ibid., pag. 89. (3) Slovinac, Ragusa, 1880 (e non 1879 come fu indicato erroneamente da certi), pag. 82 s., 102 s., 123 s., 142 s., 173 s. * 140 *