glio che ogni cosa sua sia a posto... Voglio che tu ti curi prima di lui, poi di me; che serva prima lui poi me!____ Non offenderlo mai, non fargli cosa che gli possa rincrescere, e con me sii..... come vuoi! » (I). E Ilinka non sgarrò mai, nemmeno un momento. Ella era di quelle donne che con affetto ed intelligenza fanno fiorire la famiglia in mezzo alle dolcezze della pace e della concordia. Suo marito la trattava da pari, le parlava dei propri affari, le mostrava i volumi della propria biblioteca, le leggeva or l’uno' or l'altro libro e le spiegava tutto. Ella ne era entusiasta! Non c’era per lei uomo che potesse competere coni suo marito per bontà, onestà, saggezza, intelligenza. « Egli sa tutto » era il suo motto prediletto. Da lui ella aveva imparato persino che « volevano uccidere quel tale che aveva inventato che la terra si gira, quel... quel... Gutenberg ...» (2). L’idillio loro fu improvvisamente interrotto. Durante una cavalcata in campagna Vidak, nell’oltrepas-sare col suo morello un’alta siepe, inciampò in un, aratro e quasi si ammazzò. Fu portato a casa in uno stato impressionante e ci volle del tempo' finché riuscì a riprendere la sua vita normale. Questo' triste incidente fu la rivelazione di Vucko. Come se fosse ridivenuto « imperatore » di un esercito, egli si liberò da ogni minima traccia di fanciullaggine e prese le redini della famiglia con maschia serenità, conscio della propria responsabilità. Dalle prime cure al fratello ferito alla direzione degli affari in commercio', egli svolse una brillante attività, non fece inceppare l’azienda, ma anzi la avviò così bene che i soldi cadevano' in quella casa benedetta come la pioggia. E Vucko per sé non tratteneva neanche un centesimo; ogni tanto domandava alla cognata qualche soldo per* il tabacco. Quando fu completamente ristabilito e dopo la prima visita in chiesa, Vidak fece ciò eh'egli sapeva. Dichiarò notarilmente suo fratello compagno in commercio e comproprietario (1) On zna sve, ibid. pag. 127. (2) On zna sve, ibid. pag. 131. * 86 *