scrittore serbo all’apogeo della sua vigoria descrittiva, maturo, equilibrato, acuto, perfezionato in ogni particolare, in ogni tocco. È frutto che, fecondato da lunga esperienza e da maestria insieme, maturò splendidamente, dopo che nell’arte del Lazarevic erano già sbocciati « Egli sa tutto», « Il vento». Segue « Seì^cija » (La sezione), una vivace scena realistica, imbastita con tratti frammentari, scritti in varie epoche che vanno dal 1880 più in là del 1885 (1). Il suo nocciolo è la conseguenza di una sezione cadaverica « fatta male ...» « Fatta male », s’intende, per la legge, chè manca la firma di uno dei presenti alla sezione. Di ciò s’accorge l’autorità giudiziaria appena qualche anno dopo, e, annullando le pratiche dell’autorità di polizia, indice una nuova sezione. La quale, data la « civiltà » del villaggio in cui si dovrebbe fare, suona offesa alle vecchie usanze e provoca talmente l’ira della popolazione che il figlio del defunto, non volendo permettere che gli sia dissepolto il padre, si scaglia contro la commissione e ammazza lo scrivano. Ne segue il dibattimento. Il pubblico ministero interpreta l’uccisione dello scrivano quale offesa all’autorità dello Stato; l’autore invece presenta il colpevole con questa similitudine : « Noi ci rallegriamo quando prendiamo di mira un faggio. Ma loro ci condannano al carcere perchè su quel faggio* c’è una chicchera telegrafica.... » (2). Qui la scena finisce. Il Jovanovié riferisce ulteriormente, tra parentesi, quanto la moglie del Lazarevic dice di aver udito raccontare dal marito e narra come l’uccisore dello scrivano, espiata la condanna, aiuta di nascosto la famiglia dell’estinto e viene poi ucciso per vendetta da uno* dei suoi beneficati. Se è logico* che si debba tener conto reale solamente di ciò che il Lazarevic lasciò scritto, e siano* da accettare con molta riserva le vaghe affermazioni d’altra provenienza (e-sclusa perciò la coda melodrammatica e fiabesca), si può senz’altro ammettere che la « Sezione » affronti e svolga (x) Lj. Jovanovió, op. cit., II, pag. V. (2) Sekcija in « Srpska Knjizevna Zadruga » 55, pag. 191. #9 3 *