confidando' in una lettera ad un amico le impressioni avute alla lettura della « Sonata a Kreuzer » del Tolstoj, indirettamente fa qualche piccola confessione estetica (1). Da questa si vede che egli dava grande importanza aH’individualità del fatto artistico e che nell’estrinsecazione e nell’oggettività dell’arte accoglieva l’originalità di tutti gli atti spirituali. Non poteva comprendere perchè il Tolstoj nella sua « Sonata » non abbia voluto infondere « nemmeno ima riga della propria anima ». Nella stessa lettera però egli esprimeva la sua meraviglia per la grande ammirazione che destava « la genialità di Zola scrittore e filosofo » ed in ciò trovava un segno della decadenza spirituale della Francia. Segno che i suoi godimenti estetici subivano l’influsso della morale anche alla vigilia della morte : la lettera è scritta il 21 settembre 1890. Pure professione del suo timore alla natura il Lazarevic non fece. Ma come la sentiva a fondo, a vivo! Lo dimostra volontariamente o involontariamente in ogni racconto. In una lettera scritta da Berlino il 1873 — era ancor imberbe — egli apre il suo animo assetato delle bellezze naturali e sfoga il suo spasimo per « i boschi, per i prati, i campi, i monti, per le pianure ecc. »' (2). Il suo amore alla natura, però, egli non lo comunica con lunghe descrizioni o appassionate declama' zioni ricche di particolarità e di impressioni. In complesso verle descrizioni di bellezze naturali nei suoi racconti ce ne sono pochissime, come quella in cui dipinge il tramonto del sole a Stettino, nella lettera ricordata teste, o quella in cui descrive un mattino estivo (« Tesan ») (3); ma anche qui più che la natura stessa è scolpito il momento in seno ad eisa, ai suoi misteriosi fascini. La natura anziché in un quadro caleidoscopico ci appare (1) Cfr. la lettera, n. 22 dell’edizione « Biblioteka Srpskih Pisaca », Belgrado 1927. (2) Lettera n. 1 dell’edizione « Napredak », Zemun 1912 ; n. 7 dell’edizione « Biblioteka Srpskih Pisaca », Belgrado 1929. (3) TeHan in « Srpska Knjizevna Zadruga », 53, pag. 173. * 122 *