mente come se avesse temuto di perderlo. Lo tenne abbracciato a lungo. E quando si sciolsero da quell’abbraccio', egli lo guardava sempre negl’ occhi temendo quasi di calare lo sguardo giù, dove una volta c era la gamba. E parlava nervosamente : « Sia ringraziato Iddio', che tu sei vivo. Tutto- andrà bene». E poi, palpando la gruccia: «Vedi, tutto questo la nazione ti ricoprirà d’oro: È, vero, fratelli?!» (1). Fu questa la prima spinta... Capitano, agenti, borghesi e tutti i presenti gli diedero qualche offerta ini segno di riconoscenza. Egli rispondeva a tutti : « Grazie, fratelli! » E nel ripetere quelle due brevi parole dava loro un tono così monotono che ricordava la voce dei mendicanti. Pensare a ciò e prorompere in pianto, per lui fu tutt’uno. Il padre da prima cercò di consolarlo, ma poi anch’egli proruppe in dirotto pianto e gettò disperatamente a terra il berretto nel quale aveva raccolto le offerte per il figlio1 : « A che mi serve tutto ciò? ». Condussero Blagoje ed il figlio a casa loro. Da prima i doni, gii aiuti non mancarono1, ma poi man mano tutto scemò. Blagoje, per' ancora un, po’ di tempo, ripetè «la nazione ti compenserà », poi si corresse e cominciò a dire : « Iddio ti compenserà », infine si diede al bere ed1 in breve morì. E suo figlio? Riceve il « sussidio degli invalidi » e — chiede l’elemosina. Il capitano invece ricostruì sul posto di prima la casa, che gli era stata distrutta dal nemico1 : modestamente, sì, ma lo conforta l’amor della moglie e l’allegro figlioletto che lo1 tira già per i baffi. Quanta effusione di pietà umana, di mal celata amarezza in queste poche ed accorate pagine! (2) Quanta potenza di comunicazione e di commozione in un abbozzo sì stringato! In tanta brevità, ma nervosità di materia, la scintilla dell’effetto scocca direttamente dalla stessa situazione in gene- (1) Sve ée to narod pozlatiti, ibid., pag 79. (2) Cfr. M. Srepel, op. cit., « Vienac », Zagabria, A. 1887, XIX, Pag. H3 • * 73 *