importanza e la forza che viene data all’argomento amoroso si vede anche dal fatto che l’amore in quasi tutti i racconti viene sacrificato, sottomesso ad altri fini (Maricic, Arsen, Janko) e se è individualistico, cozzante con qualche tradizione inveterata, addirittura è fonte di malanni (« La icona della scuola »). Benché il Lazarevic non abbia ceduto alla tentazione di amori « indelebili », tuttavia egli ci presenta, in buona parte, le figure di donna un po’ idealizzate. È ramar filiale che fa vedere la donna in genere attraverso il prisma dell'immagine materna e la colorisce di luci simpatiche. Ella ci appare in vari sembianti a seconda della parte che incarna. Ora è ragazza sentimentale che sacrifica religione, patria e lingua per i suoi ideali d’amore come la povera Anna; ora è moglie che sopporta con rassegnazione la violenza del marito come la dolce Marica. Qui è la figlia che diventa bastone ed unico conforto del padre cieco, lì è la moglie assennata che segue con interesse e condivide le cure del marito. E. appare anche nonna, sola al mondo, abbandonata a se stessa come una naufraga* intenta a ingannare il tempo col lavoro giornaliero e con il pensiero alla sua mucca. 11 tipo della sentimentale sognatrice, della ritrosetta capricciosa non incontra le grazie dell’autore ed è sbalestrata fra forti correnti assimilatrici. Oggetto di tacita simpatia è la donna che compie la sua missione in grembo alla famiglia, alla società, lavorando, obbedendo al marito, educando i figli e loro tramandando la fede e le idee degli avi. Predomina su tutte l’immagine della madre. Ella è cinta da un’aureola di superiorità che ricorda il tipo eroico di madre delle poesie popolari serbo-croate e se da un lato assembra in sé troppe responsabilità di fronte ai figli, alla loro libertà d’azione, d’altro lato condensa in sé tutti gli aspetti familiari e brilla, unico astro nel santuario della famiglia. Ed è così che ella può essere considerata come madre ideale (1) e può pure, con un po’ di buona, cioè di cattiva volontà, essere tacciata di « tirannica, di antipatica » (2). (1) Lj. JovANCivié, op. cit., voi. I, pag. XXXVI. (2) J. Skerlic, op. cit., 54. * 125 *