specialmente in « 1 fratelli Karamazov » che contengono i pensieri più atei, che fino allora siano stati formulati. La religione del Lazarevic è anzitutto umana, naturale, poscia cristiana e ortodossa. Non cerimonie, non riti, non preghiere o digiuni, ma coscienza di se stesso, pietà del prossimo, rispetto dei più vecchi e delle cose altrui, sincerità, concordia. La chiesa è riservata a momenti solenni, ad accogliere un peccatore convertito, un uomo strappato alla dannazione dalla fede della moglie : non a ospitare i bigotti ed i fannulloni; le sue campane inneggiano al Signore quando un’anima viene salvata e ricondotta al sacro tempio : non a vespero o a compieta. Il sacerdote non predica digiuni o astinenze : ma pace e fratellanza; non incita alla preghiera, alla meditazione : ma alla vita dei campi, al lavoro delle officine; più che alla chiesa pensa alla scuola ed il pensiero dell’uomo l’occupa più dell’idea della divinità. L'uomo è giudice e padrone di se stesso, dispone della propria vita senza preoccupazioni religiose e rispetta le cose altrui per un senso di fratellanza e di giustizia sociale. Il suicidio è un atto arbitrario in cui sparisce la responsabilità di fronte a Dioi e rimane il raziocinio umano vindice dei propri destini. I concetti di paradiso, inferno' non esistono affatto, cedono il posto* alla voce della coscienza, alla forza di collettività edificative. La volta celeste diventa tempio; incenso ne è il profumo- dei fiori. Idee estetiche dal Lazarevic non sono state mai nè professate cattedraticamente, nè espresse chiaramente. Alcuni suoi giudizi enunciati in gioventù o alcuni suoi gusti dimostrati con la scelta delle traduzioni giovanili sono stati superati poi da lui stesso1 e contraddetti con nuove opere. Resta ancora valido il concetto fondamentale della prefazione alle versioni del CemiSe vskij perchè rafforzato dal tenore dei suoi racconti : la possibilità che uno scrittore ha di giovare con le sue opere all'umanità, il contributo' ch’egli così porge alla « prosperità sociale ». Quest’idea è il pernio di tutti gl’intenti morali delle sue novelle, elaborato e ridotto secondo le necessità dell’applicazione pratica : momento estetico di provenienza romantica Negli ultimi anni della vita il Lazarevié, * ! 21 *