risultino' dall’espressione dei rapporti mutui e necessari di ogni atto spirituale, pure senza voler moltiplicare sofisticamente le attività psichiche, si v possono fissare certe astrazioni che non sono puramente concettuali. E. posto che ogni fatto spirituale ha la sua forma di individualità e differisce pure dagli altri in qualche o in, diversi modi, è logico* che la sua espressione rivelerà la differenza del momento intuitivo' e dell’attività creatrice. Nel Lazarevic il sentimento è adito e sbocco a infinite determinazioni della personalità, è vitale elemento costitutivo dell'arte. Esso è sprone continuo a superare la realtà medesima, a estrinsecare i fantasmi e le espressioni interne in forme sensibili, palpitanti. Non solo. Esso elettrizza la materia cieca, sorda, rigida, la fa fremere nella coscienza, la fa diventare atto vitale d’infiniti fenomeni estetici e suscitatrice di infinite figurazioni. 11 Lazarevic, di natura delicato, sentimentale, ha fatto delle sue tendenze sensitive segno e condizione di vitalità artistica. Un principio di commozione, un anelito, un palpito, un brivido sono le condizioni più ne-cessarie per la sua ispirazione e le fonti più vive per ogni raf' figurazione. Alle sue creazioni egli infonde la propria emozione, si immedesima con le loro tribolazioni, con le loro lotte e soffre con loro, soffre, soffre molto, lo ha detto ad un suo amico che lo spronava a scrivere. La sua compartecipazione emotiva ai fatti e personaggi che distende sulla tela del racconto è tale che quando un groviglio si risolve bene, l’esultanza confina coni un’ingenuità teatrale, ma teatrale in senso settecentesco- (« Egli sa tutto ») e quando un fatto prende una piega cattiva, l’amarezza si riversa in uno strano pessimismo. Il Lazarevic sapeva di peccare di sentimentalismo (1) e reagì con posa positivistica, con uno studiato intellettualismo, ma anche nei suoi più risoluti atteggiamenti ribelli non seppe frenare la reazione sentimentale. E così prevale ancora e (i) Lettera n. 7 dell’edizione « Napredak », Zemun 1912 ; n. 20 dell’edizione « Biblioteka Srpskih Pisaca», Belgrado 1929. * 127 *