v con ciò sarebbe finita quella storia se tutti e due non avessero1 visto dalla finestra Janko » (1). Ci volle quindi l’incontro. Ei l'incontro non mancò, amaro, ridicolo, tragicomico. Si trovò un pretesto qualunque e giù a demolire Goethe, Werther, il verterismo, il sentimentalismo. Janko da prima restò stupefatto, poi dalla perplessità passò al dubbio e da questo alla persuasione della verità di ciò che gli si diceva. Quando' se ne andò dalla casa di Mladen, dbve era stato invitato, aveva stretto infinite volte la mano a Mladen, a Ka-tanic, a Maria ed aveva il cuore gonfio di nuove idee. 11 giorno dopo partì, perchè « chiamato di’urgenza » dalla sorella, e abbracciando e stringendo Mladen non finiva di professargli la sua incondizionata amicizia. Pure più tardi, aborrendo ogni forma di amore, non mancò di fare qualche « sua solita sciocchezza » (2). Una volta si fece fotografare col berretto patriottico dei montenegrini. Un’altra volta si iscrisse alla massoneria. Un’altra volta anr c.ora lo videro inginocchiarsi dinanzi al monumento degli eroi serbi caduti per l’indipendenza della patria. Lai volpe perde il pelo____ Già dalla visione panoramica del contenuto di questa novella emerge il suo « lato caratteristico » : mancanza d'organicità (3), fusione immatura degli elementi formativi, inefficacia di elaborazione del concetto fondamentale. La novella che, mediante il romanzo psicologico' di Janko, doveva culminare e brillare neU’umiliazione, nella beffa del verterismo e dei verteristi serbi, ci lascia a bocca asciutta perchè non s è bene orientata e, essendo corsa un po’ troppo a briglie sciolte, presenta una fine che non si sarebbe attesa. Piazzatasi male da bel principio, essa non ha saputo più ritrovare la giusta via per raggiungere la mèta e s’è persa in un inutile groviglio di ripieghi artificiali. (1) Verter, ibid., pag. 52. (2), Verter, ibid., pag. 61. (3) Cfr. il giudizio molto prudente di M. Car già nel 1895, ripetuto poi in Moje shnpatije : Lazar K. Lazarevic, p. 240 s. * 60 *