principale, sua moglie per es. (i). Noi invece si pensa che la novella sia stata concepita organicamente come un blocco solo, un’epopea a sè stante, inno georgico' alla vita serena di un villaggio1 patriarcale, a cui per' maggior rilievo1, più tardi, si volle contrapporre la visione della nuova vita, proprio come successe all’autore che alla follai di ricordi vecchi, sovrappose qualche strato di impressione moderna. L’innesto però non riuscì felice, equilibrato, perchè nel materiale «di applicazione» l’autore non trovò argomento sufficentemente simpatico da sviluppare e contrapporre al precedente. E’ difetto tecnico che si troverà anche altrove (2) e di cui daranno1 la chiave i frammenti postumi dell’autore. Ciò spiegherebbe il sovrabbondare della parte del prete e lo scarseggiare di quella del maestro. Ciò pure spiegherebbe l’inefficacia nell’addossare sul « signor-uomo » gli errori della sua missione. Il Lazarevic, infine, non poteva negare certi meriti al positivismo! Oltre a questo errore « tecnico » la Icona della scuola presenta ancora altre piccole imperfezioni o incongruenze di varia natura Così il parto improvviso e la rispettiva morte della popadija (cioè della moglie del prete) in età troppo avanzata per simili improvvisate : Miaria poteva benissimo nascere venti-trenta anni prima senza nuocere alla trama della novella. Così la scena al capezzale del prete malato per l’esecuzione del testamento : l’autore poteva esprimere in tanti altri modi le idee del prete sulla proprietà del villaggio. Così la fuga ed il ritorno di Maria sono poco preparati per sembrare naturali, logici : è forse l’oraziano « mctus in fine velocior » che scusa tanta precipitazione, o forse la ricerca dell’effetto teatrale che giustifica il riapparire di Maria r ella solita forma dei pentimenti romantici. Così infine altri piccoli nei che si osservano nell’atteggiamento- del maestro alla sua comparsa nel villaggio e nello sfruttamento di triti e ritriti motivi comici (al pranzo dal professore Vucetic) (3) potevano pure essere facilmente evitati. (1) M. Srkpel, op. cit., Vienac, XIX, Zagabria, 1887, pag. 123 s. (2) Un difetto consimile presenta anche il «Werther»! (3) Sholska fkotia, ibid., pag. 113. * 43 *