moso, inesperto’, tra una stramberia e l’altra, temuto e invidiato da tutti i compagni. Se teme il fratello — la sua paura non è illogica — lo teme perchè egli è più vecchio e più forte di lui, si sottomette cioè non solo alla sua forza fìsica, ma anche alla sua autorità morale e ciò è bello. Lo si osserva special-mente quando il fratello gli è vicino, quando cioè influisce direttamente su lui. Quando invece egli è lontano, la sua indole vivace si sfrena e gli fa commettere delle monellerie. Del resto come cresce in un ambiente sano e virtuoso-, così la sua natura non tradisce l’origine. La fiducia del fratello in lui, la coscienza di certi errori, la mancanza di asprezze che provochino nel suoi animo una reazione, fanno di lui un giovane sempre più a modo. E quando tocca la disgrazia a Vidak, egli sa comprendere la situazione e rivela tutte le sue buone qualità. Provvede ogni cosa, conforta la cognata, comanda per la prima volta in casa e fuori con autorità e fermezza. Quando il fratello riprende gli affari egli si ritira in disparte modestamente e si confonde tra i servi che lavorano (1). Se gli si parla della donna, ch’egli furtivamente adora, le lab grime gli spuntano- agli occhi (2). Non prende mai nulla per sè dei guadagni e lascia il denaro intatto in cassa. Valeva pur la pena di premiare e incoraggiare un simile fratello, un simile comportamento! Così la sua virtù non sarebbe rimasta passeggera. Di qui le « premiazioni » di cui prima si fece cenno. Vidak è pure un carattere simpatico e qua e là un po’ idealizzato. La sua bella figura non appare che a tratti e talvolta più traspare di quello che agisca direttamente. Egli incarna il concetto fondamentale della novella e lo esplica coi fatti. Le affermazioni gratuite, le argomentazioni filosofiche pei lui sono materia morta. I fatti, la realtà sono il suo lini-gruaggio, l’argomento di cui si vale sempre. E con questo fa trionfare i suoi princìpi e rintuzza le obbiezioni cavillose dei pedanti consiglieri, di eventuali critici. (1) On zna sve, ibid. pag. 149. (2) On ma sve, ibid. (pag. 125. * 86 *