attaccato alla madre, all’amico, anzitutto perchè ha bisogno di compagnia, di sostegno, perchè teme la propria apatia, la solitudine della neghittosità. !n casa la madre è la sua iniziativa, il controllo1 di se stesso, la sua volontà. Fuori di casa l’amico è incitamento, distrazione, attività... Il matrimonio gli sarebbe quindi riuscito grato, necessario, ma per ciò occorre volere, brigare ecc. e di tutto ciò egli non è capace. Così, novello* Oblomov, resta vittima della propna indolenza. L’occasione propizia è passata davanti a lui come una raffica di cento. Di qui il titolo del racconto. 11 carattere della madre è del tutto* differente. Provata dai dolori della vita e chiamata dalle avversità del caso a sostituire ben presto il marito nell’azienda e nell’intimità della famiglia, ella s’è temprata l’animo ed alla tenerezza dell’animo femminile ha accoppiato fermezza e fierezza maschile. Vive per il figlio e per lui nutre infinito e profondo amore. Lo segue in tutte le sue faccende, lo tratta come un fanciullo, con dolcezza ed amabilità, ma diffìcilmente si lascia sfuggire una carezza, un alto di sdolcinatezza. Il suo amore è attivo, realizzato nella sua missione in, famiglia e rifugge da ogni ferma di moine. Se addormentando o svegliando il figlio le sfugge una carezza, ella deve subito « giustificarla » col dire che «così gli usava fare quand’era bambino» (1). Così un atto* istintivo* e vero diventa semplice esempio. Di solito ella è « bella, mite, tranquilla, seria » (2). Talvolta è « solenne ». Lo è se parla di cose importanti, compreso il matrimonio. Mia cerca sempre di essere quanto meno possibile pesante al figlio, gli va incontro nei suoi desideri, nelle sue abitudini, si affeziona al suo amico, scherza e si diverte con loro come se fosse un terzo compagno Per mantenere, la propria autorità cerca di opporsi a qualche capriccetto del figlio, ma quandb* egli ha fatto una cosa, non esce mai dalla sua bocca (1) Vetar, ibid., pag. 83. (2) Vetar, ibid., pag. 97. * 79 *