si potrebbe trovare con altre dottrine filosofiche, le quali, indipendentemente dall’ordine ai tempo, presentano ordini di idee affini alla sua personalità. Così il sentimentalismo inglese con la sua morale indipendente dalla religione o dalle leggi positive; oppure l’idealismo universale tedesco col suo culto dell’umanità poeticamente e filosoficamente concepito di modi) che v. l’uomo è idealista non solo agli occhi del filosofo, ma agli occhi della natura stessa » (Schelling). Ma sono contatti casuali. Le sue idee filosofiche bisogna spremerle, estrarle da tutto il complesso dei suoi pensieri, dai suoi fini morali, dai suoi concetti sociali. Centro di tutto l’universo» per lui è l’uomo e le sue forze attive, l’umanità risultante dallo svi" luppo armonioso di tutte le facoltà umane. L’uomo non è ancora maturo per divenire il superuomo nietschiano e deve accontentarsi di quelle « cognizioni che la condizione sua in questo mondo gli permette e che sono d’altra parte sufficenti ai suoi bisogni teorici e pratici » (Locke). La ragione, il senso del giusto sono innati nell’uomo; l’esperienza invece è fonte d’ogni nuovo processo spirituale. L’intelletto umano conosce ciò che gli è conoscibile, secondo la sua natura ed i suoi organi, ogni sforzo metacritico è passivo. Fra concetti così limitativi e affetti di apatia è naturale che faccia capolino un po’ di fatalismo (« Il vento » e « Gli amici ») a velare un’intima mancanza di volontà e di prassi. S’è visto già nel mondo morale deH’autore come egli propugni la sottomissione pacifica dell’individuo alla collettività, la subordinazione del bene individuale al bene collettivo! Del sentimento religioso del Lazarevic nessun biografo diede mai notizia, eccetto Vladan Gjorgjevic, il quale in una necrologia (1) disse che egli era un uomo' « profondamente religioso ». Quest’affermazione però, a parte il carattere laudativo di ogni necrologia, fa l’impressione della religiosità del Dostojevskij quale traspare dal libro dei ricordi di sua figlia (psicologia falsata e tratta in inganno da parvenze, da esteriorità) e non già quale essa è (tragica) nelle sue opere e (i) Cfr. « Otad?eina », Belgrado, 1891, v. XXVII, pag. I s. * 120 *