26 N. PAPA DO POLI gomento più importante per me però consiste nella mancanza di ogni indicazione dell’autorità regia, perchè nessuno dei sovrani poteva avere ragione di non porla apertamente sulle monete. La lettera S credo si possa interpretare come principio della parola Sigiami o stemma, perchè il nome di Cipro la segue dalla parte dove c’è il leone, mentre dalla parte dove c'è la croce essa è seguita dal nome di Gerusalemme così mi pare di scorgere interpretato ed eseguito fedelmente l’ordine del supremo Consiglio che voleva le nuove carzie simili alle vecchie. Completano la serie delle monete dei possedimenti orientali in questo periodo, quelle che furono coniate durante la guerra contro i Turchi per far fronte alle necessità del momento e provvedere il numerario occorrente a rimediare, sebben tardi, alla impreparazione dei Veneziani. La prima di esse è veramente una moneta os-sidionale nel senso classico della parola, perchè battuta entro le mura di Famagosta dagli eroici difensori della sventurata città. Narra Antonio Riccoboni nella sua « Historia de Salamina capta » (2) che Marc’Antonio Bragadin avendo esauriti tutti i denari e non potendo sperarne da Venezia perchè il mare era occupato da un nemico audace e potente, fece fabbricare monete di rame con lavoro incessante di giorno e di notte. Alcune, egli dice, valevano dodici assi e altre quattro quadranti ; con esse fece le paghe ai soldati italiani (1) Qualche raro esemplare ha il nome di Gerusalemme da ambedue le parti, ma si tratta evidentemente di un errore o di una svista dovuta alla negligenza dell’ incisore dei coni. (2) Historia de Salamina capta et M. Antonio Bragadeno praeside excoriato. Antonii Riccoboni Rhodigini, Venezia, tip. della Gazzetta, 3:843, in-8, con la traduzione italiana, pag. 16,