r.E MONETE ANONIME DI VENEZIA 33 al tempo della guerra perchè allora la zecca forniva la maggior parte del denaro occorrente, ina essendo noi « risoluti di non batter più questa sorte di monede » e volendo conservare i zecchini per acquistare frumenti dalla Turchia dei quali abbiamo altrettanto bisogno che dei denari, ci troviamo nel massimo imbarazzo. Intanto il Consiglio dei Dieci coi suoi dispacci del 16 ottobre (I) e del 13 novembre (a) ripeteva essere sua ferma intenzione che tali monete siano completamente « estirpate » e ordinava che il cambio fosse eseguito nelle fórme prescritte con le lettere del 23 luglio, soggiungendo « et volemo esser certi « che non mancherete in conto alcuno di dar la de-« bita essecutione a dette lettere, perchè facendo al-« trimente, ne dareste troppo gran causa di resen-« timento ». Si mandano denari in più volte per la somma di centoquarantamila ducati che non possano essere spesi per scopi diversi da quello a cui li ha destinati il supremo Consiglio e conclude dicendo : « Ne resta dirvi, che l’intentione et risolutissima vo-« lontà nostra è, che si levino del tutto dette mo-« nede, et che voi debbiate obedir li ordini nostri, « però così essequirete, senza altra replica, », autorizzando però nello stesso tempo a prendere a cambio i denari che mancassero a completare l’operazione. La fermezza del Consiglio dei Dieci riuscì ad ottenere in tempo relativamente breve il cambio delle monete fiduciarie. Luca Michiel nella Relazione presentata nel luglio del 1575 (3) descrive lo stato del Regno di Candia nel marzo del 1573 quando egli entrò in carica in questi termini : « Era quasi spo- (1) R. Archivio di Stato, Consiglio dei Dieci, Secreta, vói. X, car. 148. (2) il » li 11 11 11 11 11 t, (3) R, Archivio di Stato, Relazioni, Busta 78.