LÌ MONETE ANONIME DI VENEZIA 29 duciaria di valore intrinseco inferiore a quello per cui circolava, che con questo mezzo aveva prestato al Reggimento una somma ragguardevole e che le due monete coniate a Candia durante il suo governo erano le cavalline e i perperi. Il 17 marzo 1573 (0 si scrive da Candia a Venezia che, per assoluta mancanza di fondi, si era stati costretti a ricorrere nuovamente alla coniazione di monete d’argento e di rame (cavalline e perperi) per pagare le truppe e riparare le fortezze, ma che non è prudente perseverare in tali metodi perchè « esse monede causano la caristia ». Il 25 dello stesso mese (2) il Provveditore Pasquale Cicogna dimostra come le spese siano state considerevoli durante la guerra e poco lontane da un milione di zecchini, che si era fatto fronte a tale enorme dispendio in parte con denari venuti da Venezia o presi a mutuo, ma molto anche con le monete d’argento e di rame fabbricate nell' isola, le quali dapprima erano accolte con diffidenza, ma che « sono poi state la salute di questo suo regno ». Luca Michiel nuovo Provveditore Generale spedisce al Governo centrale una lettera in data 22 aprile 1573 (3) che mi pare meritevole di essere riportata : « Suplico bene Vostra Serenità che voglia « dar ordine efficacissimo che i pagamenti delle let-« tere di cambio che li mandiamo, non siano trat-« tenuti, perciochè ciò sarebbe un levar la riputa-« zione alle monete d’argento, di rame, che si sono « stampate et tuttavia si stampano, le quali dai mer-« canti sono accettate senza alcuna difficoltà, per la « speranza che hanno, lasciando in queste camere di (1) R. Archivio di Stato, Smalo, Secreta III, Dispacci di Candia, n. 3. (2) ivi. (3) ¡vi. 5