DELLA STORIA SANTA 169 tudine verso lo sposo. (Alessandra rappresentava questo vergognoso personaggio per timore di essere avvolta nella sciagura stessa della figlia ). Marianna, senza risponderle, continua it' suo passo, attestando solo col suo dolente atteggiamento il dolore che le cagiona la strana condotta di sua madre. Giunta al luogo dell’esecuzione, ella vede senza cangiar di colore l’avvicinamento e i preparativi di morte: e spira finalmente colla stessa grandezza d’animo e colla stessa fermezza con cui era vissuta. [I sangue di Marianna appena eh’ ebbe dissetata la rabbia del suo sposo, l’amore ripigliando il suo ascendente, lo fa preda dei più crudeli rimorsi. Egli mette in opera tutt’i mezzi immaginabili onde farli tacere, ma l’ima-gine di Marianna lo persegue dappertutto. Se gl’ intorbida la ragione: chiama la sua sposa com’ella vivesse ancora, e cade in sì cupa malinconia che abbandona le redini del governo. Una peste che sopraggiunge nello stesso tempo a desolar la Giudea, termina di opprimerlo. Si ritira in Samaria, e vi cade pericolosamente malato. Alessandra che giudica il caso disperato concepisce il progetto di farsi padrona del governo. Èranvi due fortezze che formavano come le due chiavi del regno ^ 1’una dominava il tempio, e l’altra la città. Alessandra cimenta la fedeltà dei governatori ili queste due piazze:, e ciò sotto lo spe- rì: di comagene. tonio mediante trecento talenti. Credesi che Antioco sia stato padre de due re seguenti. Mitridate 1. succedette ad Antioco e somministrò truppe a Marc’Antonio al momento della battaglia d’Azio (3i). Suo < ratei lo Antioco, agognando alla corona di Comagene gli tese insidie, gliela tolse, fece anche assassinare in Roma stessa un ambasciatore cui Mitridate vi avea spedito per farvi le sue lagnanze, e s’impadronì del trono. Antioco II. non sì tosto fu in possesso del frutto del suo delitto, che venne citato a Roma per ordine di Augusto (29). L’ imperatore trovatolo reo dell’ omici- Tom. II, 11 *