DELLA STORIA SANTA i4g l’intrapresa dei Romani. Antipatro fu pure in persona a questa spedizione, eh’ ebbe il successo sperato. Frattanto Alessandro profittando dell’assenza di Ga-binio e dell’inesperienza di Sisenna, cui avea lasciato in Giudea con pochissime truppe, avea rimpugnate le armi attaccando i Romani per ogni dove poteva raggiungerli, e sempre con vantaggio sino al punto che posti avendoli fuori di stato di continuar la campagna, gli costrinse a ritirarsi sul monte Garizim, ove venne ad assediarli. Queste amare notizie richiamarono ben tosto nella Giudea Ga-binio. Antipatro, scaltrito politico, si reca a visitar i rivoltosi, riconducendone seco gran parte. Alessandro irritato di questa defezione determina di dar battaglia con trentamila uomini che gli rimangono. Questa avvenne alla laida del monte Thabor, e terminò colla disfatta totale degli Ebrei, di cui diecimila rimasero morti sul campo. Di ritorno a Gerusalemme dopo questa vittoria Gabinio finisce di regolarvi, d’accordo con Antipatro, gli affari degli Ebrei, ed al gran sacerdote Ircano conferisce il titolo di Etnar-ca. Marcia poi contro que’di Nabath e in poco tempo gli sottomette; ma al suo ritorno sente che gli è sostituito Crasso nel governo di Siria. v 54. Determinato di far guerra ai Parti e sospinto d’ altronde dalla sua avarizia, Crasso dà opera ad accumular dinaro da ogni parte. Avendo saputo da Pompeo, che esistevano nel tempio di Gerusalemme de’ tesori considerevoli, cui egli 11011 avea osato por mano, ei meno di lui scrupoloso , vi si recò con delle truppe onde portar seco queste ricchezze. Eleazaro era allora il tesoriere del tempio. Tra le altre cose ch’egli aveva in custodia eravi una verga d’oro che pesava trecento mine .del paese: per meglio nasconderla, dice Gioseffo ( Antich. I. XIF, c. i3. ) egli avea praticato un buco in una trave che stava superiormente all’ingresso del Santo dei Santi, e colà venne essa da lui annicchiata. Vedendo che Crasso avea disegno di saccheggiare il tempio, studiò di racconciarsi seco lui e si esibì di dargli questa verga, a condizione che non metterebbe mano nel rimanente. Crasso vi soscrisse e giurò che ove quella gli fosse consegnata non si approprierebbe altra cosa. Eleazaro fa allora trar fuori dal ripostiglio la verga, e