44a CRONOLOGIA STORICA non di’esercitare i suoi diritti, prodiga invece le attenzioni ed i riguardi verso questa famiglia sfortunata. Prende fra le braccia il figlio ancora fanciullo, e questi senza ripugnanza lo abbraccia (Quintus Curtius). 331. Ultima battaglia data da Alessandro a Dario nel-P Assiria. Essa venne sempre chiamata di Arbella (1) quantunque sia stata combattuta presso Gaugamelle, borgo che Eiusta Q. Curzio era lontano di ottanta stadii da Arbella. a vittoria fu vivamente contrastata, ma alla fine si dichiarò a favore dell1 eroe macedone. Dario inseguito dal suo vincitore, ripara in Ecbatana, donde ordina alle sue truppe disperse di venire a raggiungerlo. Frattanto Alessandro lo inseguiva con celere passo. Dario sentendolo ad avvicinarsi , si ritira nel paese dei Parti restando in forse se avesse o no a passar di là nella Bactriana. Nabuzardan comandante della sua cavalleria, e Besso governatore dei Ba-ctrii che lo vedono titubante, di lui si assicurano, e caricato- lo di catene sopra un carro, vogliono obbligarlo di montare a cavallo per andar con essi più velocemente. Essendosi egli rifiutato, lo tempestano di colpi, e lo lasciano per morto sulla strada. Un soldato macedone lo trova in un sentiero rimoto, e raccoglie i suoi estremi sospiri nel mese ecatombeone, che cominciava verso il solstizio di state, siccome lo accenna Diodoro di Sicilia ( lib. XVII.) u. Dario era P uomo più bello del suo impero : la re* « golarità de’ suoi lineamenti, la maestà della sua figura u gli conciliavano l’amore e il rispetto de’suoi popoli: le « sue grazie esteriori ricevevano nuovo lustro dalle qua-« lità dello spirito. La storia fa di lui un principe buono « e generoso, che avea tutt’ i talenti propri a governare « ed a far fiorire un impero. La sua sciagura fu di aver fi) Questa battaglia fu combattuta undici giorni dopo Fedissi di luna del 20 settembre, 33i anni avanti Ge.sù Cristo, e per conseguente il primo ottobre. Così apparisce da un passo di Plutarco che ha relazione con questa battaglia (Vedi Pelati dt Doclr. temp. lib. X, c. 36.) (Nota degli editori francesi.)