DEI RE DI PERSIA
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» fosse utile alla vita, c fecero lo stesso conto degli ambagi sciatori cui tennero per quel ch’essi erano in fatto, cioè per » esploratori. Se non die il re volle far anch’esso un presentì te alla sua foggia al re di Persia, e prendendo in mano n un arco, cui un Persiano non che ¡scoccarlo avrebbe a » fatica potuto sostenere, lo tese con forza in presenza » degli ambasciatori, e lor disse : ecco il consiglio che il n re <V Etiopia dà al re di Persia. Quando i Persiani » potranno maneggiare così facilmente coni’ io fo , un n arco di questa grandezza e di questa forma, vengano » essi ad attaccare gli Etiopi, e conducano seco più » truppe di quelle ne abbia Cambise, ma intanto renda-v no grazie agli Dei che non hanno posto nel cuor degli » Etiopi il desiderio di stendersi al di là del loro paese. » Ciò detto allentò P arco, c lo diede agli ambasciatori. » Cambise incollerito per tale risposta, s’ avanza verso n I1 Etiopia, come un insano, senz’ordine, senza convoglio, « senza disciplina, e vede perire la sua armata per man-» canza di viveri, in mezzo alle sabbie, prima di potersi » avvicinare al nemico. (Disc. sur l’hist. unwerseltc ITI. » part) “■ Fuor di sè per questo terribil disastro ritornò coi tristi avanzi della sua armata a Memfì, presentando ivi nuove scene di follia e crudeltà. Ripigliata poscia la strada di Persia, sentì in Siria, correndo l’ottavo anno del suo regno, che i suoi sudditi avevano allora elevato al trono un mago che si spacciava per Smerdi di lui fratello, cui egli avea incaricato il suo favorito Prcssaspe di porre a morte. Assicuratosi dell’ impostura dalle prove che gliene dà Prcssaspe, precipita la sua mavqia per andar a deporre il suo rivale. Ma nel montar a divallo, la sua spada balzata fuori dalla guaina lo ferisce in una coscia, e ne muore nello spazio di circa un mes(f, dopo aver regnato sett’anni e cinque mesi, senza lasciar discendenza. Tra le sue donne egli si avea sposata la propria sorella, e di tale incesto fu dappoi seguito
    5ai. Il falso Smerdi, sostenuto principalmente dal mago Patizitlie di lui fratello, fu tenuto pel vero a cui si rassomigliava d’assai. Per accreditare la sua impostura, nulla ommise di ciò che poteva conciliargli l’affezione dei
questo primo esempio da’ suoi successori.