DEI RE SELEUCIDI DI SIRIA 351 sentì di lasciar libero interamente l’Egitto. Nè di ciò contenti i Romani vollero qualche tempo dopo eh’ egli per giunta richiamasse le sue truppe dall’isola di Cipro, di cui erano possessori gli Egiziani da lungo numero d'anni. Antioco non potendo sfogare contro i Romani il furore che coteste umiliazioni gli aveano acceso nel cuore, si volse a tutto esalarlo sopra gli Ebrei, che dato non gli aveano alcun soggetto di lagnanza. Non v’ ha cosa che possa somigliarsi alla persecuzione che suscitò loro per costringerli ad abiurare la legge di Mosè, ed abbracciare il culto degl’idoli. Ma mentre egli imperversava contro di essi coi più orribili tormenti, bruttava sè stesso nelle più sozze voluttà, e si attirava quindi il disprezzo del pari clic l’odio del pubblico. Nè meno egli disonoravasi colle folli sue profusioni, che ricadevano a rovina de’suoi popoli. La sua crudeltà superava persino la sua passione pe’ piaceri. Mentre però egli aifaticavasi per distruggere la religione degli Ebrei coi più crudeli strazj, Dio fece insorgere un vendicatore di questa nazione nella persona di Matathia sacerdote di Modino, venerando per l’età sua, pel suo valore e virtù. Uniti a lui tutti quelli che sentivano zelo per la legge, piombò con essi addosso i Sirii, li mise in fuga, e punì di morte coloro eh’essi aveano costretto ad apostatare. Lasciò morendo cinque figli, tutti d’animo generoso, cognominati Maccabei, il terzo dei quali chiamato Giuda, segnalossi con gran numero di vittorie che riportò sui generali di Antioco ( V. cron. slor. della Storia Santa. Nel tempo in cui questo principe inferociva a voler distruggere la nazione ebraica a malgrado delle perdite eli’ essa faceva provargli, ricevette dall’ Oriente notizie che lo gettarono nel maggiore imbarazzo. Artasia, re d’Armenia, s’era contro lui ribellato, e la Persia ricusava di pagargli gli ordinarli tributi. Obbligato a smembrar le sue forze, incaricò Lisia suo congiunto della cura di assoggettar con una parte delle sue truppe la Giudea, ed egli marciò con l’altra contro il re d’Armenia. Vincitore di quest'ultimo, cui fece prigioniero, penetrò nella Persia (i6tì), ove lusingavasi di trovar ricchezze sufficienti a riparare il disordine di finanze prodotto dalle sue prodigalità. Con-