DELLA STORIA SANTA 61 il profeta Geremia dirige il discorso a tutte le città di Giuda, eh’erano venute nella casa del Signore all’adorazione. Egli le esorta a convertirsi, minacciandole da parie di Dio, ove persistessero, di ridurre il tempio allo stesso stato di Silo che non più esisteva, e di render Gerusalemme oggetto di maledizione a tutti i popoli della terra. I sacerdoti irritati di questa libertà del profeta, lo arrestano, e tradottolo al tribunale del re domandano che sia condannato a morte. Ma gli anziani del popolo sulle rimostranze di Ahicam figlio di Safan ch’era stato segretario sotto Josia, ottengono che lo si lasci libero senza fargli alcun male. Un altro profeta, chiamato Uria, che faceva di simili predizioni è inseguito sino in Egitto, ove essendo stato preso è ricondotto a Gerusalemme, e poscia messo a morte. Geremia conferma le profezie/ di Uria e ' le sue con discorsi energici, e con immagini espressive. Il sacerdote Fassur intendente del tempio, dopo averlo percosso, lo fa porre in prigione, donde all’ indomani lo trae fuori. Geremia gli predice che morrà schiavo in Babilonia. Credesi che in quel tempo all’incirca sia comparso il profeta Joele. Altri mettono con minor verosimiglianza la sua missione sotto il regno di Ozia. Nabopolassar re di Babilonia spedisce suo figlio Na-buccodonosor in Siria, ed in Egitto per farvi guerra. I Reccabiti vedendo il regno di Giuda minacciato dall’armi dei Caldei, abbandonano la campagna, ove soggiornavano sotto a tende, per ritirarsi in Gerusalemme. Geremia avendoli fatti venire nel tempio gl’ invita a bere del vino. Essi si rifiutano allegando il divieto fatto loro dal padre Jonadab figlio di Reccabbo. Da ciò prende occasione il profeta di rimproverare agli Ebrei la loro disubbidienza verso Dio, e poscia predice ai Reccabiti che in guiderdone della lor fedeltà agli ordini di Jonadab, ci saran sempre degli uomini della lor razza che serviranno al cospetto del Signore. E veramente, dice il Calmet, si conoscono i Reccabiti, come cantori e portinai, che stavano nel tempio sino dal ritorno della cattività di Babilonia. 606. L’anno terzo di Joachim, Nabuccodonosor ritornando vittorioso dall’Egitto, assedia la città di Gerusalemme e se ne impadronisce. Vien posto a sacco il tempio,