DEI RE D’EGITTO 275 dato per antifrasi perchè lo si accusava di aver col veleno antecipata Ijt morte di suo padre. Ma, ove ciò fosse, sembra strano che si abbia osato di qualificarlo per tale sulle medaglie battute lui vivente. La sua vita offre pur troppo ben altri delitti^ di cui non può rivocarsi in dubbio la realità. Egli non fu in generale che un composto di stravaganze e ai orrori. Dato in preda al vino, alle donne e alle più laide dissolutezze, non conosceva verun decoro nè rispettava veruna regola di pudore. Essendosegli reso sospetto Maga suo fratello, Io fece mettere a morte contro il sentimento di Cleomene, re di Sparta, ch’era sempre mai alla sua corte. Per consiglio di Sosibio, suo ministro, fece lo stesso trattamento a sua madre per aver disapprovato questo fratricidio. Volle pure disfarsi del' re Cleomene, e cominciò col farlo rinchiudere. Ma gli Spartani che aveano seguito in Egitto questo principe in numero di più di tremila, si armarono per la sua liberazione e vi riuscirono. Non ebbero però lo stesso successo per eccitare alla rivolta il popolo di Alessandria. Vedendo che il timore incatenava tutti gli spiriti, e eh’ essi mal potrebbero far fronte alle forze superiori, cui Sosibio conduceva contro di loro, risolvettero tutti di darsi reciprocamente la morte, e questa risoluzione ebbe il suo effetto. Tutto ciò avvenne in assenza di Filopatore. Udendo al suo ritorno ciò eh’ era accaduto, fece porre in croce il cadavere di Cleomene, nè ciò bastando alla sua vendetta esercitò il suo furore sopra la madre di Cleomene e le altre donne del seguito di lei, che vennero per suo ordine trucidate. Antioco III, re di Siria, comportando di mal animo la perdita della Celesiria di cui si era impadronito Ever-gete, per rivendicarla intavolò dei maneggi con Teodo-to governatore di questa provincia, eh’ era malcontento di Filopatore. Teodoto, uomo animoso , arrossendosi di servire un padrone così scellerato come lo era Filopatore, acconsentì senza violenza di darsi al re di Siria. Avendolo perciò invitato a portarsi nella sua giurisdizione, a lui rimise, tosto che vi comparve, le città di Tiro e di Tolemaide il cui possesso gli agevolò la conquista di tutta la Celesiria, che però non fu da lui ultimata che in parecchie campagne.