a9o CRONOLOGIA STORICA del popolo romano, in virtù del preteso testamento di A-lessandro I, clic lo avea dichiarato suo erede. Catone, il più giusto e più moderato dei Romani, non accettò che per forza questa commissione spinosa ed ingiusta. Essendo giunto a Rodi scrisse al re eli Cipro per dargli parte degli ordini ch’era obbligato ad eseguire, ed esortarlo a cedere ai Romani senza resistenza la sua isola, promettendo di nulla trascurare per fargli ottenere un risarcimento. Fu questo un colpo di folgore per l’avaro e debole monarca, il quale non trovandosi capace nè di far fronte alla potenza romana, nè di sopravvivere alla perdita dei suoi tesori, prese il partito di avvelenarsi. Catone avendo inteso con istupore questa notizia passa in Cipro per raccogliere la successione del re defunto, che ammontava a settemille talenti, ossia venturi milione, e gli fa tradurre a Roma senza ritener nulla per sè. Mentre Catone soggiornava in Rodi, Tolommeo Aulete discacciato da’suoi sudditi irritati delle sue dissolutezze e dissipazioni , venne costà per comunicargli il progetto da lui concepito di recarsi a Roma ad implorare soccorso pel suo ristabilimento. Catone dopo aver fatto la Ìiittura della corruzione che regnava a Roma tra i grandi, o consigliò all’ opposto di ritornare ne’ suoi stati, e di studiarsi a riguadagnare il cuore de’suoi sudditi. Si esibì di ricondurlo egli stesso per maneggiare la sua riconciliazione. Aulete pronto a seguire il suo consiglio ne fu distolto da quelli tra’suoi cortigiani che più aveano a temere il furore nel popolo da essi oppresso. Il monarca egiziano essendosi quindi recato a Roma, verificò colla propria e-sperienza ciò che Catone gli aveva annunciato. Dopo di aver per lunga pezza con bassezza e con doni mendicata la protezione dei cittadini più accreditati nella repubblica e nel senato, vedendo che i suoi affari non avanzavano punto, partì per Efeso, e si ricoverò nel tempio di Diana che gli servì per asilo. Durante la sua assenza gli Alessandrini non sapendo che cosa ne fosse avvenuto, si argomentarono che si avesse data per disperazione la morte. In questa persuasione, essi elevarono al trono Berenice diluì figlia, chiamata pure Cleopatra, e Trifena. Ma poscia sentendo eli’ egli erasi ritirato in Roma, v’inviarono una nu-