\ 92 COMPENDIO CRONOLOGICO A malgrado di sì belle solennità, gli Ebrei non perciò punto migliorano. I ricchi dominati sempre dall’ avarizia continuano ad opprimere il popolo colle usure sino a pretendere un dinaro sopra cento per mese. Neemia avendolo saputo fa loro vivi rimproveri di questa durezza verso i propri fratelli. Essi protestano di ravvedersene, consentono di restituire ai poveri ciò che loro apparteneva, cioè i loro figli da essi ridotti in servitù, i loro campi, le lor vigne, le lor piantagioni di olivi, le lor case, obbligandosi inoltre di rimettere ai loro fratelli tutto ciò di cui erano in debito. 442. Ritorno di Neemia in Persia dopo aver governata la Giudea per lo spazio di anni dodici. Si dee verso il torno di quest’ epoca riferire la predicazione di Malachia che si conta per l’ultimo dei profeti. Basta leggere la sua profezia per rimanere convinti della poco sincera conversione degli Ebrei dopo il suo ritorno. L’avarizia dei sacerdoti i quali a nulla volean prestarsi gratuitamente, i matrimoni illeciti, i divorzii frequenti e senza giusto motivo, il rifiuto di pagare le decime, gli spergiuri, gli adulterii, l’oppression delle vedove, degli orfanelli e degli stranieri, le mormorazioni contro la providenza, sono i vizi principali cui rimprovera Malachia alla sua nazione. Nello stesso tempo dichiara che Dio sdegna i sagrifizj che gli si offeriscono, promette un novello sacerdote più che il primo perfetto, ed un novello sagrifìzio che sarà offerito al Signore da tutta la terra. Predice che il dominatore desiderato dagli Ebrei, l’ange- lo della nuova alleanza, in una parola il Messia, verrà egli stesso nel suo tempio; che negli estremi periodi ricomparirà Elia per riconciliare con Dio il suo popolo, e che finiranno tutte le cose pel terribile giudizio e solenne che Dio pronuncierà contro gli empii. ili tlieci sabbatici, ossia anni settanta; acciocché si avverasse la parola del Signore eh’ era stala pronunciata per bocca di Geremia , « che la terra celebrasse i suoi gì or rii. di sabbatico; posciache essa fu in un continuo sabbatico per tutto il tempo della sua desolazione sino a che i settan-f anni furono scorsi, v (//, Paralip. c. 36, v\ ai.)