276 CRONOLOGIA STORICA Avea Filopatore un generale chiamato Nicolao il quale benché concittadino di Teodoto non segui per altro il suo esempio, e si mantenne costantemente attaccato al re d’Egitto. Venuto egli in Celesiria con possente armata, obbligò Teodoto a chiudersi nella Tolomaide, contro la quale spinse con calore l’assedio mediante la sua infanteria leggera, mentre le sue truppe d’arma pesante assediavano la fortezza di Broch posta sul passaggio lungo il lago. Il giunger di Antioco che avea già preso possesso di Tiro e di Tolemaide l’obbligò a levar il campo. Questo principe formò poscia il pensiero di condurre la sua armata in Egitto. Ma sentendo che ivi si facevano i più robusti preparativi per fargli la meritata accoglienza, cangiò avviso, e diede opera per ridurre all’ obbedienza le piazze della Celesiria. Agatocle e Sosibio, ministri tutti e due egiziani, faceano intanto difdare truppe alla volta di Fenicia sotto gli ordini di Nicolao e nel tempo stesso mandavano una flotta a costeggiar la provincia. Le due armate nemiche di terra , essendosi scontrate presso il monte Libano, vennero a battaglia, e nei primi fatti Nicolao ebbe la superiorità. Ma Teodoto avendo dato la carica a quelli che erano sulla montagna, volse in fuga Nicolao lasciando sul campo tra morti e feriti quattromila uomini. La flotta egiziana, di cui era ammiraglio Perige-ne, non ebbe miglior sorte. Il vincitore spinse le sue conquiste sino al di là del Giordano, e si rese padrone della provincia di Samaria. Infuriato per tale rovescio Filopatore volle comandare in persona nella campagna seguente. Partito d’Alessandria con Arsinoe di lui moglie e sorella alla testa di settantamila fanti, cinquemila cavalli, e settantatre elefanti, giunse nelle pianure di Rafia, la prima città che s’incontra dopo aver passato Rinocolura. Antioco che lo prevenne vi avea già posto il suo campo. Le due armate stettero cinque giorni in presenza una dell’ altra, dopo i quali venute alle mani seguì sanguinosa battaglia, di cui Antioco avrebbe colto il frutto, se avesse saputo moderare la propria impetuosità. Ma essendosi posto ad inseguire l’ala sinistra degli Egiziani dopo di averla sbaragliata, il suo allontanamento riaccese il coraggio dell’ala dritta, che