DELLA STORIA SANTA 18. per farsi conoscere da Augusto e dai principali della Sua corte. Il figl io di Dori e di Erode benché lontano non cessò di dar opera alla perdita de1 suoi fratelli. Costante nel suo risentimento egli fomentava colle lettere clic scriveva a suo padre, c cogli emissarii che teneva presso di lui, L sospetti che i figli di Marianna causavano a questo monarca. Finalmente i loro nemici vennero a capo di persuadere ad Erode di’ essi aveano dimenticate le leggi della natura a segno di volerlo avvelenare. Non cessando mai di tormentarlo questa ingiusta e funesta prevenzione, prende il partito di condurli egli stesso a Roma onde accusarli dinanzi ad Augusto. Siccome questo principe era allora in Aquilca, Erode li fece comparire colà e intentò contro di essi la sua accusa. Ma essi si difesero con tanto vigore che l’imperatore, giudicandoli innocenti, impiegò i suoi officii per riconciliare il padre co’ figli, e credette di esservi riuscito. Ingan-nossi per altro, poiché la riconciliazione non fu clic inorpellata. Erode ritornato a Gerusalemme, colla facoltà di lasciar la corona a quello cui più gli piacesse de’suoi tre figli, raccolse a tale oggetto il popolo, c designò per suo successore immediato Antipatro e dopo lui gli altri due suoi figli. Non ci volle di più per ridestar la discordia tra i tre fratelli. RE DI CALCIDENA. sarla. Filippionc divenuto amante della principessa, la sposò egli stesso per viaggio. Al suo arrivo Tolommeo io punì della sua audacia facendolo morire, e menò a moglie la vedova di suo figlio. Questa parentela fu cagione eh’ egli assistette con tutte le sue forze Antigono ¡rateilo cadetto di Aristobulo, che nullaoslante fu interamente disfatto da Erode. Alcuni anni dopo (44) il re di Calcidena somministrò truppe a Cecilio Basso assediato in A panica. Questo soccorso non fu però bastante a salvar Basso dal succumbervi ed esser messo a morte per ordine di Giulio Cesare.