— 89 — "¡osamente, ma questa loro resistenza fu soffocata in un fiume di sangue. Vi fui un momento in cui i Sovieti si vantarono di aver liquidata la religione, tanti furono i mezzi adoperati per abbassare e screditare il clero e la fede davanti agli occhi del popolo. Sopravvenuto intanto il terrore, il Patriarca fu imprigionato ; 28 vescovi e ipiù di 1200 preti del clero ortodosso furono condannati a morte. Le chiese ed i monasteri furono spogliati e distrutti ed i fedeli sottoposti ad una terribile persecuzione. Molti vescovi e preti passarono ai Sovieti. Il Patriarca Ti-khon fu costretto ad abdicare, designando il Metropolita di Jaroslav a succedergli nel governo della chiesa, in attesa del Concilio; ma il Metropolita fu a sua volta posto in carcere. Egli allora trasmise i suoi poteri di amministratore al Metropolita di Nijni-Novgorod, al quale il governo proibì di recarsi a Mosca. Una parte del clero rivoluzionario si attribuì i poteri supremi e, con la protezione dei Sovieti, tentò di organizzarsi sotto il nome di « Chiesa Vivente », ma ben presto agonizzò, divisa in varie fazioni. Con sorpresa generale nel mese di giugno 1923 il Patriarca Tikhon si sottomise