166 CANTI ILLIRICI E quali gli occhi ambedue! Quali que’ neri mustacchi, 165 Fini mustacchi, che cadon sugli omeri! Beata quella che lui avrà ! I buon destrieri montarono; Mossero alla piana Dimitrova, Scesero al Pasaro, 170 Presso Rascia, di Reglia alle case. Vede Reglia; rincontra gli amici: Le braccia aprono, in viso si baciano. Nel cortile da’ cavalli smontarono: Gli agili servi i cavalli presero. 175 Chiamagli Reglia su ’n casa: Non vuole Marco, ma a Reglia favella: Noi non saliremo, compagno, alla casa, Nè alla casa ned all’alta rocca. — Tutto gli dice, dove sono avviati: 180 Vieni, Reglia, vien, fratello: Noi t’aspetteremo un po’. Vestiti quanto puoi più bello: I servi il cavallo ti sellino. — A Reglia non parve vero. 185 Ah vedessi con l’occhio Quando s’addobba il prode alato! Oh vedessi il nobile sposo, Lo sposo, Reglia l’alato ! Davvero alato guerriero ! 190 Vere ale, e possa vera ! È meschino, appetto a lui, Marco, E meschino Milosio il voivoda. (178) Vedesi che non sempre la kula, la torre, era l’unico soggiorno de’ prodi signori. (189) Lett. Non è per celia. (191) Prema risponde al prae de’ Latini.