DEI RE SASSANIDI DE ’PERSIANI 2^3 XXI. CIIOSROE II. 58g. CIIOSROE 0 KIIOSROU PERWIS, figlio di Ormisda , e a lui sostituito, segnalò il principio del suo regno dal far accoppare suo padre, divenuto nella sua carcere furibondo. L’ anno 5go fu discacciato dallo stesso generale che aveva detronizzato Ormisda. Nella sua sciagura si rivolse all’ Essere Supremo, lasciò la briglia al suo cavallo e commise ad esso la decisione del suo destino. Dopo molti stenti giunse ad una città dei Romani, donde implorò la protezione dell’imperatore Maurizio, che in capo a diciotto mesi, lo ristabilì sul trono e gli diede sua figlia in isposa. Quando si vide ben raffermato, dispiegò il suo risentimento contra gli autori della sua fuga, ed attestò nello stesso tempo la propria riconoscenza verso i propri benefattori. L’anno 6o3 dichiarò guerra ai Romani per vendicar la morte di Maurizio assassinato da Foca, e la guerreggiò per diciott’anni con pari riuscita che accanimento. Furono sì vasti i suoi progressi che l’impero si vide minacciato della sua total distruzione nell’Asia. Nella piena del suo furore egli aveva giurato , se si crede a Zo-nara, di obbligar i Cristiani a sconfessar Gesù Cristo per adorare il sole. Ma la lunga prosperità delle sue armi fu susseguita dai più umilianti rovesci. L’imperatore Eraclio in tre campagne fatte in persona gli anni 622. 623. 624. ritolse quanto i Romani avevano perduto nelle guerre precedenti; penetrò sino nel cuor della Persia e vi sparse il terrore e la desolazione. Per colmo di disastro Chosroe fu arrestato l’anno 628 da suo figlio primogenito Siroe, sdegnato per aver egli destinato a suo successore il fratello di lui cadetto Medarses 0 Merdesane. Siroe dopo aver fatto scannare diciassette de’ propri fratelli alla presenza del padre lo fece rinchiudere in una prigione, ove ciascun giorno mandava i diversi Satrapi ad insultarlo e sputargli in faccia. Agli oltraggi si univano i tormenti e fu punzecchiato con frecce onde avesse lentamente a morire. In tal guisa egli finì i suoi giorni in mezzo alle sofferenze e alla disperazione. T. III. 18