CANTI ILLIRICI 157 Io fui alla prim’alba alla Sinniza Per abbeverare il baio mio forte. Per avventura m'avvenni 175 In una verde serica tenda: Sotto la tenda giace ferito un guerriero: Che terribile egli è il maledetto ! I mustacchi a lui per il petto cadevano: Coprivasi con verde cappotto: 180 Accantogli la spada damaschina. Quando vede me il ferito guerriero, Egli me per Dio scongiurò: Fratello in Dio, incognito cavaliero, Non mi tagliare il mio vivo capo. 185 Gravi ho ferite toccate: In breve l’anima m’ uscirà. Attendimi pur mezz’ora: Seppelliscimi lungo il fiume di Sinniza. Ecco indosso a me tre ventriere con oro, 190 Ed eccoti la spada damaschina, Che vai mille ducati; Ed eccoti la serica tenda. Io non volli nel nome di Dio esaudire, Ma spogliai il ferito guerriero; 195 Trassi la spada, recisigli il capo: Presilo per il bianco braccio E per il piè diritto, Gettailo nella corrente : Allora ho la nobil preda acquistata, 200 E allora guadagnata la spada. — Quand’ode ciò Cralievic Marco, E’ dice all’imperiale araldo: O Turco (Iddio tei renda!), (188) Saraniti viene da hraniti nutrice, allevare, serbare. L’alimento e la sepoltura in una voce medesima: la vita e la morte.