, 42 CRONOLOGIA STORICA anima del potere sovrano. Egli non eleggeva già per premeditato bisogno a governar le provincic uomini inumani, ma quando avea conferito le cariche a gente di questo carattere, lungi di infrenarli, gli animava con elogi, gl’incoraggiava colle sue lettere a punire rigorosamente i menomi falli. Per guarentire il popolo dalle vessazioni, istituì l’anno 365 di concerto col suo collega dei difensori in ciascuna città, tratti dall’ordine dei cittadini più ragguardevoli. Non era già questa una magistratura, ma sì bene una funzione autorizzata, quale a un dipresso era stata per la città di Roma quella dei tribuni nella primitiva loro istituzione. (Le Beau). Valentiniano dopo aver pacificata l’Africa ribellata, portò la guerra l’anno 368 presso gli Alemanni e loro vicini, saccheggiò le terre dei Quadi, c gli obbligò d’inviar deputati a chiedergli pace. Ma la scelta da essi fatta per quest’ ambasceria non fu d’ esito felice. Alla vista di tali deputati grossolani e male in arnese, l’imperatore avvisando che venissero ad insultarlo, montò in tanta collera che gli scoppiò una vena e morì il giorno stesso 17 novembre 375 a Bregezio nella Panno-nia. Contava l’età di anni cinquantacinque, e dodici del suo regno. Egli avea sposata i.° Valeria Severa da lui ripudiata nel 367 per la sua avarizia o piuttosto per caprìccio dopo averne avuto Graziano di lui successore: 2.0 l’anno 368 Giustina vedova del tiranno Magnenzio, arian-na famosa, morta nel 388 che gli lasciò Valentiniano II e tre figlie Giusta, Galla moglie del gran Teodosio e Grata. Valentiniano sarebbe stato un principe perfetto se non si avesse lasciato sopraffar dalla collera ed ingannare da’ suoi ministri e generali. Ma si fece un punto d’ onore di dissimulare le concussioni degli uni e i tradimenti degli altri per non dar a vedere di averne fatto cattiva scelta. Fece anche di più: punì crudelmente i loro denunciatori. Dicesi che dipingesse con grazia, e inventasse nuove macchine belliche. Socrate gli attribuisce una legge che permetteva agli abitanti dell’impero romano di aver due mogli legittime ad un tempo. Ma è questa una falsità confutata da Bonamy (Meni, de f Aeaa. des. B. L. T. XXX. p. 3g4-3c)8). Sembra che non risalga ài di là del regno di questo principe l’uso delle selle per cavalcare. Per l’avanti