DEGLI IMPERATORI ROMANI ra di semplice rame coperto prima di una foglia di sta- fno. Da ciò deriva quell’aspetto sì bianco clic lian le me-aglie che i Francesi chiamano saucces (in salsa). Le monete d’ oro però furono sempre battute sul fino poiché i tributi non pagavansi che in oro (la Bastie). QUINTILLO. 270. M. AUR. CLAUD. QUINTILLO, dopo la morte di suo fratello Claudio, prese il titolo d’ imperatore che gli fu conferito dal senato e dai soldati in Italia ; ma nel tempo stesso fu proclamato Aureliano dall’armata che stava 268. P. PIVESUVIO TETRICO, senatore e governatore d’Aquitania, fu proclamato imperatore nella città di Bordeaux dopo la morte di Mario ad istanza di Vittorina che voleva associarlo a suo figlio Vittorino. Questo tiranno si mantenne gloriosamente per lo spazio di sci anni cominciati. Ma stanco de’frequenti ammutinamenti delle sue truppe si determinò P anno 273 ad arrendersi all1 imperatore Aureliano. La maniera che adoperò non gli è di onore. Colto da Aureliano nelle pianure di Chàlons, le due armate vennero alle mani. Mentr’esse si battono con tutto l’accanimento imaginabile, Tetrico con suo figlio passa dalla parte del nemico, lasciando che le sue truppe spargessero inutilmente il proprio sangue per un capo che le aveva vilmente abbandonate. Esse furono quasi tutte tagliate a pezzi. Aureliano diede a Tetrico un governo in Italia ove morì tra il settembre 275 e il marzo 276. Suo figlio C. Pivesuvio da lui creato Cesare, fu da Aureliano dopo che l’ebbe vinto, ricolmato di beni e di onori. 273. MARCO FIRMIO , nativo di Seleucia in Siria, trasportato sin dalla sua giovinezza iti Egitto, ove il commercio erasi reso ricchissimo, osò di farsi proclamare imperatore verso la metà dell’anno 273 dopo la caduta di Zenobia, di cui era amico. Aveva una statura gigantesca e una robustezza sorprendente; chiamavasi il Ciclopo. lui-