SFIDA DI MARCO. Coloro che affermano la mescolanza del familiare (e del faceto talvolta) col grave, essere contraria a bellezza, dimenticano Omero e Dante. Marco, l’Èrcole slavo, sa stare alla celia, e ne fa di tremende. Qui per invogliare un Turco al duello, si fa venire gli scioglimenti, si sdraia sul cavallo ; e a un tratto si rizza come fiamma viva ; e vince, e perdona. Il faceto col serio ha qui nuova e degna armonia. La facezia è fine e forte, e d’anima ben altro che barbara. Vedesi qual vantaggio desse il cristianesimo al vinto sul crudel vincitore. La narrazione procede più posata che ne’ canti greci, ma non già che si stràscichi. Cavalcavano due amici Per l’ameno paese della regia città: L’uno è Cralievic Marco, E l’altro è Sere Costantino. 5 Or gli comincia Marco a dire: Fratello, Sere Costantino, Or io vo per Istamboli : Se qualche briga m’incontra, Se nello steccato mi chiamano, 10 I’ mi farò malato grave Da gran malore di forte scioglimento. — Allora Marco si fece malato, (1) Pojezdisce: perequitabant.