DEI RE DI GERUSALEMME 397 corte, conio, cioè a dir diritto di batter moneta ed alta giurisdizione alla stessa guisa de’signori di Rames, d’Ibe-lin , di Bethsan , di Sant’Abramo , di Rlatichegarde, di Arsur, di Castel Pelegrino, di Gaiafas, di Caimond, di Scandelion, di Sur, di Belinas, di Baruth, ed alcuni altri che tutti appartenevano alla baronìa di Gerusalemme. I conti di Jaffa dovevano al re in tal sua qualità venticinque cavalieri ed altrettanti per conto di Ascalone, quaranta per conto di Rames e di Mirabello, e dieci per quello di Ibelin. I principi di Galilea dovevano centottan-tacinque cavalieri, tanto per conto della Galilea, quanto per Cesarea e Bethsan. I signori di Crac e di Montereale erano tassati per queste due signorie di quaranta cavalieri. Il vescovo di Lidda doveva dieci cavalieri, sei l’arcivescovo di Nazareth, e così degli altri. La città di Napoli ne doveva venticinque, quella di Acri settantadue, e ven-totto quella di Sur. Le Chiese e le borgate delle città erano tenute inoltre contribuire un certo numero di sergenti e di pedoni. Fatta questa divisione di una conquista appena appena cominciata, Goffreddo fu condotto solennemente alla Chiesa del santo Sepolcro; ma egli ricusò di venir consacrato solennemente, e di recare una corona d’oro nella città in cui il Salvatore del mondo non ne aveva portata che una di spine. Molti scrittori contemporanei pretendono pure eh’egli ricusasse di assumere 11 titolo di re, e si contentasse di quello di governatore, per cui parve a Du-Cange, nelle sue note all’ xVlessiade , sospetto un sigillo di Golfreddo , riportato da Doutre-man nella vita di Pietro l’eremita, e da Malbranq nella sua storia dei Morini, ove comparisce col titolo di re. Il 12 agosto susseguente ei sconfisse presso Ascalone il ca-lifo d’Egitto che con tutte le sue forze tentava di- riconquistare Gerusalemme. Si calcola che cento.mila Maomettani sieno periti in quella giornata, che non si osa nemmeno chiamar battaglia, tanto si mostrarono vigliacchi gl’infedeli! Dopo vittoria così compiuta, senza però esser riuscita gloriosa, pareva che tutta Palestina dovesse piegare sotto le sue leggi. Egli però fu sconfitto davanti ad Ascalone, cui poscia strinse d’ assedio. Se non ch’egli seppe rivalersene col conquisto fatto della Galilea, di cui