CANTI ILLIRICI 95 Per tre dì e tre notti nere: Prega a Dio e a Sant’Arcangelo. E a tanto appena s’impietosì, 70 S’impietosì Santo Arcangelo, E i peccati al re perdonò, Che s’era il re seduto a mensa, E ancor non aveva nè alla gloria beuto, E neppure prostratosi. (69) Jedva, forse da jad : come da pena, appena. (74) In altro canto è detto del bene che porta ai fedeli il festeggiare con pietà liberale il suo santo : Chi è che lamenta di buon’ora in domenica In domenica prima dello splendido sole? Gli è un Teodoro voivoda nella carcere di Pietro Mercognich ; che domani cade San Giorgio il suo santo; ed egli non ha con che banchettare i carcerati con lui. Prega Teodoro il carceriere lo lasci ire dal Mercognich, e quegli lo lascia. E’ prega il Mercognich gli conceda ire a fare un pegno alla piazza. Porta con se il solo bene ch’aveva, coltelli d’argento dorati. I mercanti gli prezzarono le coltella, E uno, due ducati gli dà; Un altro tre ducati gli dà ; II terzo pensa a Dio e all’anima, E gli dà quattro ducati. Un ducato prende di pane bianco, L’altro ducato di vino e acquavite, 11 terzo ducato di tutta sorta dolci, E delle belle e lucenti candele: E il quarto ducato serbò Da darlo agli schiavi in carcere Per Iddio ed il suo Santo. Poi Teodoro accese la candela, E va giù nella carcere, E appose agli schiavi da cena. Cenano, beono virt fresco: Si ricordarono della bella gloria di Dio. S’alza Teodoro, alla gloria fa il brindisi: O nobile bella gloria di Dio! Santo Giorgio, nome del Santo mio ! Riscattami dalla carcere maledetta. — Appena Teodoro alla gloria bevve, In quel punto un prode dinanzi alla carcere.