DEI DUCIII DI BENEVENTO 357 moaldo, gli spedì parecchi deputati per esortarlo a rendergli gli stessi doveri, ai quali, secondo che diceva, era stato tenuto Arigisio di lui padre verso il re Desiderio. A ciò soggiunse il duca, esser lui nato libero di padre e di madre, e che sperava colla benedizione del ciclo di esserlo sempre. Tale risposta mise in furore Pipino, e ripigliò con maggior ardore la guerra. Avendogli il re d’Italia tolta l’anno 802 la città di Lucera, (oggidì Nocera) nella Puglia, ei se la riprese facendovi prigioniero il duca di Spoleto’, a cui Pipino ne aveva affidata la custodia. Grimoaldo dovette pure difendersi contra i Greci, di cui divenne il nemico dacché aveva ripudiata sua moglie Uvan-zia, nipote dell’ imperator Costantino Porfirogenete. Egli tenne fronte a tutti i suoi nemici, e libero e indipendente, come aveva voluto sempremai mantenersi, morì l’anno 806 senza lasciar discendenza. Dice Muratori, che la sua morte fece versar lagrime a tutti i suoi sudditi, c P epitaffio che gl’incisero sulla tomba e che vedesi a Salerno, dice eh’ egli riportò delle vittorie sui Greci, e che i Francesi non poterono mai indurlo a piegare sotto il lor giogo. XVII. GRIMOALDO IV. 806. GRIMOALDO, detto Storezai's, tesoriere di Grimoaldo III, gli succedette. Egli fu principe dolce e pacifico per quanto lo descrive Erkcmpert. La sua bontà per altro non lo sottrasse dai colpi della malignità. Insorta epizoozia ne’buoi venne incolpato di aver avvelenato i pascoli, e molti vennero uccisi, caduti in sospetto di aver perpetrato il preteso veleno. Dileguossi però l’illusione quando si osservò che jli tutto il bestiame, *i buoi erano i soli su’ quali cadeva la mortalità. Grimoaldo dopo essere stato in preda dell’odio, divenne vittima dell’ambizione. Daufer, cognominato il Balbo, uomo di carattere turbolente, tramò in società con altri suoi simili una congiura per farlo perire in un viaggio eh’ ei dovea fare a Salerno. Grimoaldo avvertito degli agguati che se gli tendevano, li prevenne ed inseguì i complici a Napoli ove