126 CANTI ILLIRICI 175 Milosio t’è, donna, perito A Sinniza lungo la fredd’ acqua, Dove molti Turchi caduti. Milosio uccide il Turco sire Amuratte, E di Turchi dodici mila. 180 Iddio benedica chi 1’ ha generato! E’ lascia memoria alla Serbica gente, Che si narri e celebri Fin che son uomini, e fin eh’è Cossovo. Or che domandi tu del maledetto Vuco? 185 Maledetto sia, e chi lo fece! Maledetto lui, la sua razza, e i figliuoli ! E’ tradisce il Sire in Cossovo, E via mena dodici migliaia (Signora mia!) di cavalieri possenti. (180) Lett. perdoni. Ma in italiano faceva ambiguità. Qui perdonare vale lavar da* peccati, ed ammettere al cielo: e benedire ha il doppio senso. (186) Piente i koljeno. L’uno è tutto il suo sangue; l’altro i suoi discendenti. (189) Lett. cavalieri armati di tutto punto, coperti di ferro. Oklopnika. Potrei dire, corazzati possenti, voce ch’è nella storia di Semifonte; ma non dice il cavallo nè la restante armatura. [Cfr. Dizionario, I, 1724]. (189) Noto le varietà che dalla lezione del Vuk m’offre una copia dalmatica. V. Zar Lazare, Serpska kruno zlatna, Ti polazisc sijutra u Kossovo. D. Zare Lazo, Serpska..... Sutra igesc u boj u Kossovo. = S’ sobom vodisc slughe i voivode. L’imagine della battaglia qui cade efficace. — Odvodisc me slughe i dvorane. Levi a me: rimango sola. Fa più calzante la preghiera che segue. = Njoj govori Serpski knez Lazare. — Al je njoizi Zare besiedjo. Nel Vuk alla domanda del Sire non segue il verso : Al mu veli Zariza Miliza; ch’è secondo l’uso della poesia serbica, la quale non omette, ch’io sappia, mai tal passaggio. Alla chiesta di Bosco il fratello: